«Un partito politico separatista violento, un’organizzazione terroristica attiva nella zona di Washington D.C.».
Non è il contenuto di un dossier secretato negli archivi della C.I.A. ma quanto riportato sul retrocopertina di «Plays Pretty For Baby», secondo album dei Nation Of Ulysses pubblicato nel 1991 per i tipi della Dischord.
I Nation Of Ulysses furono il primo progetto messo in piedi nel 1988 da Ian Svenonious, non una rock’n’roll band ma un movimento finalizzato alla realizzazione di un nuovo mondo sotterraneo per una gioventù nullatenente.
Ian Svenonious è pazzo, altrimenti non si può definire chi elaborò la dottrina P-Power sulla falsariga dei dettami del New People’s Army - braccio armato del partito comunista filippino - e pubblicò «The Psychic Soviet», rielaborazione fucsia del libretto rosso di Mao Tse-Tung.
Ian Svenonious di certo è pazzo ma la sua pazzia va di pari passo al gusto citazionista ed al senso dell’ironia che lo indussero a battezzare il programma del neonato partito «13-Point Program To Destroy America» in antitesi ai quattordici punti stilati dal presidente statunitense Woodrow Wilson per il progresso morale e materiale dei popoli alla conclusione del primo conflitto mondiale, ed a propugnare la teologia della liberazione “gospel yeh yeh” e la sua diffusione attraverso un contagioso e sensuale succhiotto.
Anche quel primo manifesto politico fu ciclostilato dagli stampatori clandestini della Dischord e fu gioco facile associare i Nation Of Ulysses al plotone hardcore, ma così facendo non si centrò il bersaglio, perchè Ian e compagni furono hardcore così come lo furono i Wire di «1 2 X U» o come gli Adverts furono punk: in quella scena, infatti, i Nation Of Ulysses rappresentarono un’illuminante eresia e splendida anomalia.
Considera soltanto, tu che leggi, che nel 1990 Ian Svenonious fu votato dai lettori della rivista per adolescenti Sassy “The Sassiest Boy In America”, approssimativamente il fidanzato ideale per adolescenti ambiziose; ad Henry Rollins non sarebbe mai accaduto, tanto meno a Ian MacKaye, considerato che erano ospiti in casa Dischord.
Considera pure che l’immaginario hardcore del tempo era testa rasata, fisicità prorompente e dirittura morale, quel che i Minor Threat prima teorizzarono nel manifesto straight edge e gli Youth Of Today poi impressero nel motto «Phisically strong, morally straight, we’re the youth of today»; mentre Ian Svenonious si presentava in ogni dove elegantemente abbigliato in giacca e cravatta, capelli lunghi e ciuffo impomatato come un teddy boy, e sul palco armeggiava con una tromba e di quando in quando si avventurava in assoli stranianti.
Un gruppo hardcore con un trombettista in organico, non è necessario aggiungere altro.
In «13-Point Program To Destroy America» i Nation Of Ulysses riportarono in auge il rockabilly, la soul music ed il garage-punk insieme all’immaginario delle avanguardie artistiche di inzio secolo - il futurismo, il costruttivismo, il dada - e della propaganda politica comunista, nonché l’immancabile gusto per la citazione - qui Shangri-Las e New York Dolls, perfino Ornette Coleman nel seguente «Plays Pretty For Baby».
Nel 1992 i Nation Of Ulysses sciolsero le fila, salvo poi ricostituirsi sotto l’insegna Make-Up.
Ian Svenonious, nel frattempo, continua imperterrito ad elaborare nuovi progetti, musicali - Weird War e Chain And The Gang - e non, come fossero piani quinquennali da portare a compimento.
Gruppo da (ri)scoprire.
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