Da Pietre rotolanti a Diamanti da passeggio, ovvero la cesellatura, dopo ben diciotto anni, di un nuovo album di inediti, con tanto di chicca finale a richiamare il "dove tutto ebbe inizio".
Hackney Diamonds è la summa dell'arte rollingstoneiana, una miscela di ingredienti ben usati e in correlazione tra loro. Dal rock al blues, dal pop romantico fino al finale corale e gospel.
Qualcuno lo ha già definito lo Sticky Fingers del nuovo millennio, lodandolo come il miglior album di Jagger e Co. da cinquant'anni a questa parte. Altra critica invece si è mantenuta più coi piedi per terra, sottolineando sì il rapporto col passato, ma dando evidenza anche alla novità che questi due ultrasettantenni e un ottantenne sono stati in grado di ottenere in questo lavoro, complici anche ospiti d'onore quali Paul McCartney al basso in Bite my head off, Elton John, al piano in Get close e in Live by the sword, Steve Wonder e Lady Gaga, rispettivamente al piano e alla voce nel "diamante più grande e luminoso", ovvero Sweet sounds of Heaven, sette minuti e venti di grande coralità ed effetto. Al quinto minuto di quest'ultimo brano, quando sembra stia per spegnersi, si riaccende tutta la grinta, dopo una breve parte a mò di "dietro le quinte". E a proposito di Paradiso, in questo disco, e ciò lo rende prezioso non solo musicalmente ma anche umanamente, ci sono pure gli ultimi contributi, datati 2019, del compianto batterista Charlie Watts, precisamente in Mess it up e Live by the sword.
Gli Stones, che nel 2016 avevano inciso l'ultimo album (ma Blue & Lonesome era di cover, e peraltro valse loro la vittoria di un Grammy Awards), in realtà non avevano mai smesso di comporre, ma ci voleva qualcuno in grado di tradurre le loro idee in un sound nuovo e riconoscibile al tempo stesso. E lo hanno trovato nel produttore Andrew Watt, che un Grammy Award lo ha vinto anche lui, nel 2021, ed ha un passato di collaborazioni coi grandi di ieri e di oggi. Ad aggiungersi al team di lavoro Steve Jordan, alla batteria in sostituzione chiaramente di Charlie Watts.
Analizzando i brani più nello specifico, Angry sembra subito strizzare l'occhio al pop-rock da classifica, ma l'atmosfera si fa subito di classe con Get close, dove oltre al già citato piano di Elton John sono presenti sia sax che tromba. Depending on you richiama il pop romantico di fine millennio, ma basta passare alla traccia successiva, Bite my head off, per ritrovare tutta l'energia rock a colpi di batteria e basso che contraddistingue da oltre sessant'anni la band più longeva del pianeta.
Con le due canzoni successive pure c'è questa dinamica pop/rock-blues. Infatti Whole Wide World, sia per il piano elettrico sia per i riff di chitarra, richiama alle atmosfere di venticinque anni fa circa. Ma ci pensa l'inatteso country-blues di Dreamy Skies a spedirci musicalmente oltreoceano. Proseguendo l'ascolto attento dell'album, ci accorgiamo che l'alternanza di genere non è un caso bensì ben combinata. E se Mess it up fa pensare alle atmosfere pop radiofonico, insorge subito dopo l'hard rock con tanto di coinvolgente assolo di Live by the sword, per poi normalizzare l'andamento con Driving me too hard. Ci si mantiene sulla ballata riflessiva nei quasi tre minuti di Tell me straight, con la voce tutta di Keith Richards questa volta. Tutto questo prima del gran finale, e questa volta l'aggettivo non è abusato. Sweet sounds of Heaven è una cavalcata di sette minuti e venti secondi in cui la voce di Lady Gaga complessivamente non stride con quella di Mick Jagger e dove, in un maestoso finale, riemergono di nuovo i fiati a decretare il tronfo del brano e di tutto l'album, che si chiude appunto con gran classe con una cover di Rolling Stone Blues di Muddy Waters, anno 1961, che fu d'ispirazione per Jagger e soci per trovare il loro nome che avrebbe sessant'anni dopo ancora fatto parlare di sé. Gli Stones qui si sono dimostrati dei veri "gioiellieri dei quattro minuti" condendo il lotto di canzoni con due diamanti più brevi e uno più lungo.
Il mio voto, per la carriera, è 5, sebbene l'album obiettivamente potrebbe non essere da massimo punteggio.
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