La prima volta, probabilmente, fu colpa di JDM.

Agosto 1985 - fresco diciottenne.

A quel tempo da ragazzini attendevamo con frenesia le prime vacanze all’estero.

Le mete erano essenzialmente due: al mare in Spagna e Amsterdam. Entrambe abbinavano divertimento assicurato con figa e fumo a manetta.

Per me, invece, non c’erano dubbi: Parigi, prima di tutto.

Oltre ad andare a salutare JDM, quella città aveva qualcosa che mi intrigava.

Forse cose lette... non ricordo, ma era così. Affascinato, ancora prima di vederla.

E poi per la gnocca mica avevo bisogno di andare all’estero e per quanto riguarda le canne già all’inizio non mi prendevano benissimo. L’alcol ebbe presto il predominio assoluto nella preferenza dello sballo; era più vicino a me in tutto.

Ero praticamente l’unico che ancora studiava, gli altri avevano smesso dopo le medie o al massimo dopo un paio di inutili anni di superiori. Si preferiva essere liberi nelle scelte, autonomi, con due soldi in tasca..... e ignoranti duri.

Non avevo, a questo proposito, la libertà dei miei amici. Mia madre diceva che uno studente non poteva far tardi e balle varie. Sul non rapporto tra me e mia mamma ci starebbe un libro di situazioni a metà tra il tragico e il grottesco....

Donna bellissima e dotata di un fascino letale anche se debbo ammettere che di questo non si è mai vantata. Anzi ci teneva ad essere considerata per la sua forte personalità e per le sue battaglie sociali in quei grigi e nervosi anni settanta: femminismo, Udi, Partito, solidarietà la vedevano in primissima fila.

Una grande donna dal quel punto di vista... ma una piccola madre. Non è però colpa sua, ha solamente e inconsciamente riversato su di me la sua infanzia tristissima.

E comunque ora, da vecchi, va un pochino meglio tra noi.

Tornando ai diciott’anni.... per me erano una svolta totale.

Difficile probabilmente capire, sia per chi ha avuto situazioni e rapporti familiari nella norma e soprattutto per i ragazzi di oggi.

Ora, probabilmente, significa solo poter avere la patente.

Prima di tutto valigia e trasferimento da Bruno. Era ciò che volevo, il giudice non contava più un cazzo. Da mamma andavo ovviamente spesso, abitavano a poca distanza... ma ora ero con papà.

Poi, prime vacanze all’estero, alla grandissima. I ragazzi, come da copione, si divisero tra Spagna e Amsterdam. I loro tentativi di convincermi non avevano la minima speranza. Io sarei andato a Parigi, in treno ... al limite Amsterdam ma non prima di aver fatto almeno una settimana nella capitale francese.

Stefano dice che viene con me. Perfetto. Due, poco casino e meno problemi.

Poi però si fa infinocchiare dal gregge e decide per la Spagna. Che inutile!

Scherzo, Stefano è un grande amico fin da piccoli, siamo cresciuti insieme, un personaggio incredibile... un artista da sempre... avrà cambiato mille attività e situazioni... si era ragazzi, no problem.

“Tu a Parigi da solo non vai, non pensarci neanche” tuonò mamma; “Ci vado, sono maggiorenne e ho pure lavorato per un mese e mezzo per non chiederti soldi, non rompere i maroni” le risposi. Non accettavo più menate... oddio non le ho mai accettate ad essere sinceri.

Era convintissima non andassi... io non ne parlai più e la sera prefissata presi lo zaino e andai in stop in stazione a Reggio. Presi il treno notturno per Parigi. Arrivai il mattino e le telefonai “Sono a Parigi, tranquilla. Ci vediamo tra un paio di settimane”. Bruno lo sapeva quindi no problem. Ora dovevo scoprire la Città, tutto il resto non contava.

Già Gare de Lyon mi sembrava enorme, da perdersi. Il flash era incredibile.

Quelle due settimane (ad Amsterdam andai poi a Natale) mi hanno fatto crescere tantissimo. Tutte le situazioni che ho vissuto, soprattutto quelle negative, si sono rivelati poi insegnamenti fondamentali per gli anni a venire.

Pigalle e Montmarte diventarono la mia casa, mi sembrava di essere lì da sempre... chissà forse ci ero già stato...

E Pere Lachaise il mio luogo “sacro”, dove andare a trovare un amico. Da quel momento, ogni volta, sarà un saluto sentito in una atmosfera immaginifica.

E’ stato un abbraccio caloroso quello col quale mi ha accolto Parigi, con qualche notevole spintone, ma bellissimo ed emozionante.

I Sugarman Three me La hanno da subito ricordata, fin dalle prime note.

Lo stesso calore, la stessa classe innata.

Un suono che non ascolto certo spesso ma che adoro... posso ascoltarlo con gioia per giorni consecutivamente.

Mi hanno colpito immediatamente un po’ come è successo con i Morphine conosciuti qui grazie a voi un paio di anni fa. Non c’entra una mazza o forse un pochino si. Forse è solo una sensazione mia ma mi viene da associare le due band.

Più rock, abbaglianti, frenetici e moderni i Morphine; più morbidi, black e retro’ i Sugarman 3.

Potrebbero essere la colonna sonora di quei film anni sessanta rigorosamente in bianco e nero, oppure il perfetto connubio musicale con personaggi come Gassman ne “Il sorpasso” o come Tognazzi in “La Voglia Matta”. Non c’entra - pure qui - una mazza, o forse un pochino si, ma mentre scrivo mi è venuta in mente questa associazione e ve la giro.

O ancora il sound che potevi sentire quando, in quegli anni (perché sempre li siamo, alla fine), se ti presentavi ad una festa e ti apriva la porta una splendida biondina (o morettina, indifferente) in minigonna, camicetta e stivali tutta sorridente e piena di vita... tipo la Spaak, appunto, o la Bardot.

O ancora perfettamente in stile Versilia e Costa Azzurra negli anni ruggenti.

Niente chitarre. Niente voce. Sax, tastiere e batteria. Caldissimo e avvolgente.

Un sound senza mezze misure... o ti annoia o ti ammalia.

Un suono che immediatamente mi ha riportato ad un paio di night nella nobile città in cui facevano jazz e roba similare. Nottate in cui quella musica, in quei locali fumosi e bassi, in quella città... con una dose, al solito senza criterio, di corroborante alcolico, sono diventate raccordi indelebili pure nella mia memoria scadente.

Da quella prima volta mi sento adottato dalla vecchia Parigi. Pigalle e Montmarte sono purtroppo cambiate, ma mantengono un fascino vintage straordinario.

Io devo andare ogni due tre anni, un ritorno obbligatorio per la felicità della mia anima.

La prossima volta li porterò con me, questi tre nobili.

Grazie zig, è stato un tuo ascolto di una raccolta della Daptone Record che me li ha fatti incontrare.

Quattro album simili per qualità, ma io ho un debole per i debutti... e poi con questa copertina si vince facile...

Buon ascolto

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