Echi dalla periferia dell'impero decaduto, ultimi strascichi di un lustro ormai sbiadito.

Il decadentismo è un'immagine reale, quasi tangibile e si muove attraverso territori distopici post bellici.
La prova risiede nei titoli delle due suite che compongono questo progetto a due mani tra Theologian
(Lee Bartow con un cast di collaboratori) e Vomit Arsonist, one-man project dell'artista Andrew Grant di
Rhode Island.

"La gelida desolazione delle cose" e "Questa tristezza che uccide"

L'astrazione sonora che permea il disco è dominante e assoluta.Un'aria stagnante copre lo sprovveduto
ascoltatore con una bruma scura che muta repentinamente la sua natura, ora in sorde vibrazioni
tubolari, un'attimo dopo in disturbi radio di frequenza, con una costante sensazione insonorizzante,
come gli effetti da decompressione a secco.

La tristezza che uccide arriva dal cielo, annunciata dal rombo degli aerei, per invadere le nostre stanze
remote con un carico d' angustia ed ex abrupto,il confine tra distopia e utopia diventa sottilissimo,quasi
labile, ritmato nuovamente da una percussione tubolare.

Cambiano le arie, si susseguono scenari, in un misto di sensazioni alternanti che vanno dalla paralisi
empatica all'atrofizzazione dei sentimenti. Il disco è disseminato di forti incursioni sonore, di ritmi rigidi
e inviolabili e lunghi tratti di stagnante, piatta normalità.

"The Icy Bleakness Of Things" è un lavoro ermeneutico tra risonanze dal passato e scenari futuribili, un
domani che odora già di anacronistico e un passato che deve ancora arrivare, la golden age che brilla
luminosa nell'ora della sua disfatta, all'occidente del mondo.

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