I They Might Be Giants sono un nome storico del rock alternativo statunitense. Dischi come “Lincoln” del 1988 e il loro capolavoro “Flood” del 1990 li hanno consacrati come un gruppo di culto. In realtà la band newyorchese è formata dal duo John Linnell & John Flansburgh. E’ un fatto ormai assodato che i They Might Be Giants il meglio lo abbiano già dato, d’altronde non bisogna dimenticare come siano in pista dal lontano 1982. Il loro tipico miscuglio di humur e “vaudeville” che faceva il verso alla Bonzo Dog Doh Da Band li ha resi celebri: il loro meirto è di aver incarnato una certa “cultura” americana e, in particolare, della loro città di origine New York. Rispetto ai Residents sono sicuramente meno intellettuali e più commericiali e scanzonati. Ora esce il loro nuovo disco intitolato “I Like Fun”, titolo quantomai significativo riguardo alla loro filosofia. Siamo di fronte a un buon disco che non riesce tuttavia a rinverdire i vecchi fasti: è come se avessero perso, in parte, la loro naturale vena dissacratoria. Ci troviamo così di fronte a una serie di canzoni non disprezzabili in senso assoluto, anzi alcune sono incisive e graffianti come il rock deciso di “I Left My Body” così tipicamente anni ’60. Ma citerei anche “By The Time You Get This”, altro bel pezzo che lascia il segno. In “Mrs. Bluebeard” poi è protagonista il pianoforte con una bella melodia mentre “Psuh Back The Hands” ha il tipico tono scanzonato dei They Might Be Giants. Tuttavia, nel complesso, si avverte una certa mancanza di ispirazione che tende ad appiattire il risultato finale: è un rock con molti umori garage e psichedelici che non si solleva da una certa monotonia di fondo. Per intenderci, se non siete fans dei They Might Be Giants, non vi cosiglierei di partire da questo disco ma da “Flood”, “Lincoln” e dal primo, strepitoso, “They Might Be Giants” del 1986. Distribuito dalla Goodfellas: http://beta.goodfellas.it/italy/index.php/novita.html.
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