Ad onta del suo titolo è questo senza dubbio il peggior disco dei Thunder fra i nove pubblicati sinora (numero questo al netto di greatest hits, raccolte di scarti e versioni alternative, album dal vivo eccetera): il suono è sempre quello (ottimo), non vi sono esperimenti, diversificazioni, stranezze ma semplicemente l'ispirazione latita e le canzoni memorabili pure. Ciò non toglie che il lavoro sia più che dignitoso, nadir artistico di un quintetto al quale non vengono meno neanche stavolta l'onestà, la simpatia, la grinta e l'abilità musicale. Ce ne fossero di più in realtà di dischi così!... tre stellette di comprensiva sufficienza sono il minimo per questi bravi londinesi, pur colti in una fase di scarsa forma compositiva.

Essì che la musica attacca alla grande con una riuscitissima, debordante rivisitazione del rock'n'roll più ortodosso e scuoti chiappe che vi sia: "I Love You More Than Rock'n'Roll" è niente meno che un nuovo autentico inno al genere. Magistrale l'inizio in tono dimesso, con gli strumenti che si trattengono e il cantante Danny Bowes che interpreta la prima strofa senza spingere, come un principiante. Per poi esplodere a tutta gola l'attacco del secondo verso, spalleggiato dai quattro compagni che spalancano le manopole del volume e prendono a picchiare durissimo. Massima dinamica e massimo divertimento per questo ruffianissimo, perfetto riciclaggio di quell'epocale intuizione ed invenzione musicale della metà del secolo scorso che tanto ha portato alla causa del divertimento e del senso di libertà applicata alla musica (ma non solo).

La canzone s'inserisce all'istante fra le più gettonate del gruppo, specie sul palco data la sua carica comunicativa e solarmente ironica... peccato che nel resto del disco non vi sia niente che neanche vi si avvicini! Molto mestiere, buona energia, il solito mix di rock blues occasionalmente speziato di funky e opportunamente intercalato con maschie e tese ballate che tengono preludio e finale con la sola chitarra acustica, ma nel mezzo amano accendere la miccia e caricarsi di elettricità, distorsioni, urli e quanto altro. Latitano però i ritornelli sing along autenticamente ficcanti, i riffoni a doppia chitarra di forza devastante, le trovate d'arrangiamento spumeggianti... i Thunder al meglio, insomma.

Il gruppo in effetti si scioglierà nuovamente all'indomani della tournée promozionale a quest'album, per ricaricare nuovamente le pile e ripresentarsi tirato a lucido nel successivo "Robert Johnson's Tombstone". Se ne riparlerà in opportuna sede.

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