Se con gli Utopia Todd Rundgren ritrova la quadratura disfacendosi degli ultimi rimasugli del progressive ed abbracciando (ma solo temporaneamente) il ben più elementare Arena rock, la semplicità, nel biennio di "rinascita artistica" '77-'78, sembra esser divenuta il tema dominante della sua infinita, inesorabilmente prolifica, produzione musicale.
E la semplicità, in fin dei conti, dopo dischi quali "Initiation", è proprio benedetta. In "Hermit Of Mink Hollow" del '78, assistiamo ad un ritorno al passato, a quel 1971 di "The Ballad Of Todd Rundgren", meraviglioso esempio di creatività e semplicità, classe e purezza melodica... Quando cioè Todd era "Runt", il nomignolo per gli amici, qualche annetto prima di dischi magnifici ma complicatissimi, e prima che "Runt" divenisse "The Wizard". Prima cioè che il soprannome per gli amici venisse rimpiazzato col soprannome per i fans e le riviste musicali.
Come nel '71, dicevamo, questo è un disco composto in prevalenza di ballate e pop songs lineari, semplici e gradevoli. Vi possiamo trovare melodie soul al piano come "Hurting For You", jazz pop vecchio stile come "Bag Lady", un Rundgren divertente e somigliante all'Elton John di "The Bitch Is Back" in "You Cried Wolf", o il Freddie Mercury (migliorato) di "My Melancholy Blues" in "Lucky Guy", dove anche la chitarra suona simile a quella di Brian May. Pop veloce e spensierato, adolescenziale e vivace nell'iniziale "All The Children Sing"; rock al pianoforte, utile quest'ultimo ad enfatizzare i passaggi più sentimentali quanto ad aumentare la tensione drammatica di strofe e ritornelli, in "Bread"...
Qualche altro ingrediente a speziare il tutto, come il pop tastieristico tra tic-tac di "Too Far Gone", il ritorno, in "Determination", delle sonorità californiane in un solare ed arpeggiato pop-rock, od ancora l'hard-rock di "Out Of Control"... Più di tutto, ed aldilà delle sonorità e delle sempre spettacolari interpretazioni, risplende assoluta la purezza delle melodie.
E se Todd non può fare a meno di "combinarne una delle sue", ficcandoci dentro una comica "Onomatopeia", in cui i suoni prima te li nomina e poi te li fa sentire, rutti, pernacchie e scorregge incluse, in almeno due episodi raggiunge livelli di perfezione melodica assoluta: "Can We Still Be Friends" è un'eccellente ballad a metà tra gli episodi teatrali di Meatloaf (Rundgren gli produsse nientemeno che lo storico "Bat Out Of Hell") e la sua celebre "Hello It's Me". A sigillo finale, invece, ci propone l'invernale, natalizia e d'altri tempi, "Fade Away".
Un disco ottimo, che certo pecca di originalità, ma che per Rundgren rappresenta uno splendido modo di mettere la propria carriera nuovamente punto e a capo.
Bentornato, Runt.
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