Un cuore estinto, da qualche parte, pulsa nel cuore della notte,
quel battito, anche se impercettibile e lontano lontano, smuove l’atmosfera tutta
he never never is forever, just forever …
Happiness is success
Success brings hope
Hope it's not good
Fulminati all’esordio dalle ombre di Béla Blaskó,
da quel riff seminale di chitarra, vagamente dub
e da quel cabaret dell’orrore tra grande depressione e Saltarello,
quell’incipit raggelante di The Hunger, capolavoro di sintesi tra Julien Temple e Horace Walpole, quel profumo ungherese di amore e morte cantato dall’oscurità,
I Bauhaus erano saliti track by track fino alle sommità del cleristorio.
Ma quella gabbia, quella rete, quel vampirismo d’elite ,
anche poi quel candore pallido della Deneuve,
stavano molto stretti a Daniel Ash .
To know the truth but only use lies
Don't let trouble climb, my friend the golden rule
Don't let trouble don't let trouble climb
O.K. this is the pops
Un solo album per i Tones On Tail, particolarissimo, un crepuscolarismo barrettiano, cori gregoriani tra tetti cigolanti e soffi di trebisonda , quel singhiozzo ed intermittente sussurro di Ash e quella chitarra che ricama arpeggi tra i vuoti sincopati di Haskins, una manciata di EP con due raccolte, una hit inconsapevole che ribaltò i club più crucchi d’Europa.
E si, questo era il Pop, o meglio quell’esperimento primordiale , che aveva fatto impazzire, all’origine, quelle scimmie di The Hunger…
Tra Bauhaus e Love and Rockets l’oscuro anello di congiunzione, che ti tradisce e però non ti porta poi da nessuna parte.
Per conoscere la verità mai usare solo bugie
Non lasciare che i problemi salgano, amico mio, la regola d'oro
Non lasciare che i guai salgano, non lasciare che i guai salgano
OK. questo è il pop
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