A guardare questa cover, TR-i vorrebbe apparirci come un alieno, ma già all'ascolto del suo "No World Order" m'ero preso la briga di tenere questa ipotesi in considerazione. Né l'immagine né il titolo di questo disco, dunque, mi sorpresero; piuttosto ebbi il timore mi attendesse un altro groviglio inestricabile di rumori e suoni, stili e frastuoni, geometrie ed algebre.
Il tergo del cd, poi, alimentava ulteriormente i miei timori: tutta una serie di indicazioni dei requirements per far girare le utilities di "The Indivualist" anche su pc... Infine, come se non bastasse, dentro al booklet dieci foto al posto delle liriche dei dieci brani. No, non dieci altre copertine come nel disco precedente, ma dieci foto "semplici", che riprendono soggetti di individualismo, quali un sigaro su un posacenere stracolmo di sigarette, un tre di fiori che rovina una scala reale a cuori, l'unica candelina rimasta ancora accesa di una torta di compleanno ecc....
Come potete immaginare fu per me rincuorante scoprire che si scelse di non fuoriuscire dai sentieri della canzone...
Coerentemente con i suoi gusti, TR-i dà vita al secondo disco di pop overprodotto che mischia funky, rap, spoken word, chill, ambient, soul e chi più ne ha più ne metta. Emblematica a tal proposito "Family Values", funky pop con special di chitarrazze e finale da spiritual. Piazza nel caos due soul pop minimalistici di buon livello, purtroppo utili a risollevare il livello qualitativo di un disco composto da troppi brani che vanno bene, più che altro, solamente "per fare concept", tra i quali il più inascoltabile è proprio la titletrack.
Coerentemente invece con i miei di gusti, trovo molto felice il powerpop chitarristico di "If Not Now When" e superlativo il rock industriale di "Temporary Sanity".
Alla fin fine, bisogna dirlo, si tratta di un disco di musica che è già in giro da un pezzo (persino l'industrial); nessuno di questi brani brilla per originalità, e certo funky tutto tastiere, cosiccome le ballate chill, nel 1995, anno d'uscita di questo disco, non solo non appartenevano all'avanguardia, ma addirittura ricalcano gusti e schemi anni ottanta!
Nel 1995 il rock industriale ha già i suoi alfieri, il rap non assomiglia minimamente a quella cosa che incide TR-i; recitare negli specials, rappare su un rock, piazzare tonnellate di tastiere e campionamenti non allunga il fiato ad una buona metà dei brani di questo disco, non esattamente geniale. Un lavoro mediocre, dunque, valorizzato neppure più di tanto da arrangiamenti troppo in fibra di carbonio e poco proiettabili nelle decadi future.
Se TR-i è realmente un alieno, ha senz'altro fatto bene a sparire dalla faccia della terra, tornandose presumibilmente nel suo pianeta: non era l'e.t. adatto per sbalordirci con queste sue prevedibili extravagancas.
Ehi, voi lassù, se mi sentite, fatene scendere uno migliore!
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