Tu sei il passeggero. Al volante c'è un giovanotto inesperto. Va a tutta velocità. Guida discretamente, ti fa sentire l'adrenalina, ogni tanto sbanda un pò. A ogni sbandata ti viene da vomitare. Ma sotto sotto ti stai divertendo.   I Trivium tornano al volante dopo due anni, proponendo alle masse il loro quarto album: undici brani, per sessantasei minuti all'insegna della melodia. Matt Heafy rispolvera lo screaming, assente quasi del tutto nel loro precedente cd, rendendo questo "Shogun" più eterogeneo. Play: i primi secondi del disco sono un richiamo acustico al refrain dell'ultima traccia, esauriti i quali ascolto "Kirisute gomen", una hit. Noto numerose hits tra gli undici brani in questione: il songwriting è, ora più che mai, votato all'airplay. Altre hits di sicuro successo sono le numero tre, quattro e sette: brani di impatto immediato, fatti di riffs semplici, ritornelli irresistibili (odiosi?) e scarsa longevità.   "Shogun", il brano conclusivo, è una suite, una novità per questa band. I primi quattro minuti scorrono come qualsiasi altro brano, poi ci si adagia su delicati arpeggi e un canto in bassa tonalità*, per poi aumentare gradualmente intensità, fino a tornare al refrain, a mio avviso il più riuscito dell'album. "Stride" più che in altri lavori il classico accostamento tra lo screaming, mai così gutturale come in certi istanti di quest'album, al canto freddo e pregno di medodie trendy. Nonostante ciò, noto un'accresciuta esperienza nella stesura dei brani: è uno "stridore" che suona meglio. Sono stati furbi, questi giovanotti: hanno disegnato un puzzle più grande. Così l'utente, nel dare uno sguardo d'insieme, fa più fatica a vedere le giunture tra i pezzi che lo compongono.   Temerarietà: Matt Heafy gioca con il fuoco. Rubacchia riffs al metallo estremo ed elabora melodie cool, a volte ispirate, a volte stomachevoli. Il risultato? Quantomeno interessante. Non vorrei ammetterlo, nemmeno a me stesso. Non mi lascio andare, non mi fido del teppistello al volante che si crede un pilota. Pur tuttavia, ci sa fare. Se solo riuscissi a pormi più rilassato sul sedile! Data la folle velocità, mi salirebbe l'adrenalina. Senza pregiudizi, né ricordi del passato, sarebbe divertente.  Bene: ho voglia di farci un altro giro.     *La timbrica della suddetta bassa tonalità mi ricorda da vicino un cantante di un'altra band, quando usa anch'egli quella tonalità in certe sue canzoni (vedi The Unforgiven 2). Tanta è la somiglianza che sono andato a controllare sul libretto eventuali special guests.

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