È stato proprio ieri il giorno in cui ho ricevuto la copia promozionale di "Bardo Hotel Soundtrack" il nuovo disco dei Tuxedomoon, di cui ne ignoravo l'uscita. Prima di iniziare a recensire il lavoro, vorrei introdurre brevemente questo talentuoso gruppo americano.
Con S. Brown (clarinetto, programmazioni e strumenti a fiato) B. Reininger (violini e archi) e P. Principle (basso e chitarra) nascono, alla fine degli anni 70, i Tuxedomoon, uno dei "nomi" più importanti sia per L'America che per L'Europa. Tuxedomoon quindi più che un gruppo è un movimento artistico che sfocia nel teatro nella musica e nell'arte astratta, lo stesso trio al tramonto dei settanta (79-80) darà vita ad una delle rivoluzioni più importanti nell'ambito della musica "Half Mute" (di cui consiglio di leggere la recensione qui su Debaser).
Il progetto artistico e intellettuale dei Tuxedomoon continua sino ai giorni nostri, "Bardo Hotel" è uno dei lavori più belli di questo 2006, un fraseggio minimalista apre subito le danze ("Hurry Up And Wait" "Effervescing in the Nether Sphere") ma i ritmi marziali e le dissonanze del sassofono di Brown avvolgono l'ascoltatore in un fragile delirio di smarrimento, sembra di aver perso la ragione in questa "città urbana" che i Tuxedomoon limitano a dipingere con i propri strumenti ("Soup Du Jour"). "Flying Again" è invece un ballo psichedelico per sassofono e programmazioni, sicuramente è il preludio A "Tryptych"; lento e oscuro, tale brano altro non è che una perfetta danza fra archi, sassofono e programmazioni elettroniche.
Il lavoro lascia anche spazi a monologhi interiori ("I'm real Stupid", "Needles Prelude") e a sperimentazioni fra blues ("Airport Blues") e canto lirico ("Prometheus Bound") "The Show Goes on" racchiude tre brani tra loro divisi "Baron Brown" divertente fraseggio di musica croata e le già conosciute "Jinx" e "Loneliness". Echi di Miles Davis e Wim Mertens sono palesi in brani come "Remote" e "More Flying".
Durante questo lungo percorso pieno di oscurità e nebbia urbana, l'ascoltatore è come ammaliato dal Bardo Hotel, un inferno di emozioni, spesso contrastanti, che sfavillano nelle note dei Tuxedomoon, il sax di Brown è quindi un tenue speaker che accompagna le danze moribonde di Reininger, i violini e gli archi sono infatti le chiavi del delirio e della bellezza. Ed ecco il sound Tuxedomoon che ritrova, in passaggi cacofonici, la bellezza e il romanticismo dell'arte; Arte che in "Bardo Hotel" non si nasconde dietro cornici d'oro o d'avorio bensì dietro vetri sporchi e lineati. "Vulcanic Combustible" è il sedicesimo brano del disco, di 11 minuti questa meravigliosa suite dimostra la perfezione raggiunta dai singoli membri, il suono di goccie marine unito alle "lacrime" dei violini crea un'intensa apnea di sentimenti che attanaglia l'ascoltatore sino all'ultimo minuto.
"Mr. Comfort" e "Another Flight" sono emtrambi due brevi monologhi recitati che lasciano poi spazio a "Invocation of" sottofondo perfetto per un night Club americano. "Carry On Cirlces" è il brano di chiusura forse quello di maggiore matrice classica, scale per sax e piano s'incontrano in un dolce abbraccio di passione e serenità, con cui termina questo favoloso lavoro. Consigliato a chi ha amato particolarmente 'Half Mute', 'Divine', e 'The ghost Sonata'.
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