Le origini di Una Stagione all’Inferno risalgono al 1997 a Genova, città da sempre storica e importante per quanto concerne la musica progressive. I membri fondatori sono stati Fabio Nicolazzo, proveniente dalla scena gotica genovese e Laura Menighetti – di estrazione classica - a cui si aggiunse il grande Diego Banchero de Il Segno del Comando. Dopo una partecipazione alla mitica compilation E tu vivrai nel terrore..., dedicato ai film horror italiani in cui erano presenti con una cover tratta dalla sigla dello sceneggiato L’amaro caso della Baronessa Carini, Fabio Nicolazzo e Laura Menighetti hanno rispolverato la sigla nel 2011. L’idea è quella di realizzare un concept sul mostro di Firenze, tematica indubbiamente molto gotica e oscura che credo potrebbe interessare tutti quanti si sono appassionati alla vicenda all’epoca e ancora continuano a farlo. Non mi risulta, fra l’altro, ci siano stati altri dischi che hanno trattato il tema. Grazie anche alla presenza di nuovi validi membri e di una sezione d’archi il progetto finalmente si realizza ora. Le atmosfere che si respirano in Il mostro di Firenze sono a tinte fosche: le ambientazioni sono nel solco di un dark prog che può ricordare le colonne sonore degli sceneggiati italiani anni ’70. L’amagalma fra i musicisti è ottimo e il tutto evoca situazioni malsane e piene di tensione. Si alternano momenti più pacati come in “La ballata di Firenze” ad altri più concitati e serrati come nella tenebrosa “Nella notte”. I titoli dei brani – come “Lettera anonima” “Interludio macabro”’ “Serial Killer Rock” e “Il dottore” - seguono lo svolgimento della tematica trattata con estratti di registrazioni tratte da telegiornali d’epoca. In “Lettera anonima” ci sento i Goblin mentre “Serial Killer Rock” è la traccia più tirata e rock del disco con un potente riff di chitarra in evidenza. Nel complesso siamo di fronte a un buon disco che potenzialmente potrebbe interessare a molti vista anche la tematica trattata.
Carico i commenti... con calma