Ed arrivò finalmente il momento in cui Todd Rundgren si mise a collaborare con qualcuno... Non che trovò qualcuno alla sua altezza (e pochi, al suo livello, furono pure coloro che produsse), ma senza dubbio riconobbe in Roger Powell, Willie Wilcox e Kasim Sulton la competenza e l'abilità necessarie non solo per rendere gli Utopia la "band di Todd Rundgren", bensì per farne un'entità precisa, con il proprio profilo e le proprie peculiarità.

Tutti i formers affiancano Todd nella scrittura e si piazzano al mike per interpretare i brani. In un episodio, "Eternal Love", Powell e Sulton addirittura compongono tutto da sé, e la cosa che stupisce è che il brano è "quanto di più Todd Rundgren" si possa sentire in un disco del wizard, ovvero una ballad al piano, venata di soul.

Certo, questo è l'esordio di una nuova band con un leader a dir poco carismatico, ed il compito di staccarsi dai clichè della produzione dell'instancabile Rundgren è ancora in itinere... Ed ecco che, in questo primo lavoro collettivo, datato 1977, troviamo uno di quei brani vaudeville che Todd è abituato oramai da tempo ad inserire, per il proprio gaudio, in ogni suo album: "Magic Dragon Theatre", folle jazz vecchio stile con parti recitate nel mezzo, comico episodio dalle parti vocali perennemente a rischio stecca, meglio sarebbe stato dentro ad un lp di Todd, ne siamo sicuri.

Carine ma nulla di più il blues rock di "Jealousy", in cui la voce di Wilcox è quella di un simpatico scavezzacollo, e "Sunburst Finish", altro blues rock ancora più elementare in cui Rundgren, Powell e Sulton s'alternano, una strofa a te ed una a me, al canto, e che nella seconda metà vira verso un prog rock sclerato, che accelera e decelera continuamente, follemente, senza preavviso...

Insomma: fin qui mediocrità Rundgreniana e, a parte l'iniziale "Communion With The Sun" - ottima cavalcata Arena rock tutto in coro con dichiarazione di fedeltà al dio sole -, manierismo tout court... Meno male che il lato B salva l'opera in questione con (gli unici) due grandi pezzi. In "Hiroshima" gli standards del prog (echi di Iron Butterfly) si mescolano alla solennità dell'Arena rock. Il risultato è epico, drammatico, evocativo ed alto quanto la tematica affrontata meriterebbe. "Singring And The Glass Guitar (An Electrified Fairytale)", composta da tutta la band, è, come dice il titolo stesso, una favola in chiave rock, con tanto di motivetti memorabili, stile compositivo "canzoncina dei sette nani-rock", inni per la vittoria, parti strumentali ardite come il solo di batteria accompagnato dal sottofondo d'un fiume che scorre, seguito da bolle d'aria che scoppiano sott'acqua.

Se "Ra" avesse avuto più canzoni buone che trovate interessanti (qualcuno scrisse che Rundgren è più "A Wizard" che "A True Star", ovvero più spesso capace di inventarsi soluzioni musicali geniali piuttosto che di comporre canzoni veramente bellissime)... Se ci fossero state più canzoni rock o prog, invece che battere ancora, stavolta in quattro e non più in solitudine, i sentieri del blues rock (ancora una volta con chitarre e parti vocali tipiche del surf) e del pop-jazz/pop-soul in stile "Runt"... Se tutto ciò fosse avvenuto, "Ra" sarebbe stato certo un capolavoro, e sarebbe anche stato il concept album che non riuscì a venir fuori. Ma Todd, che è uno che definirlo prolifico è un eufemismo, non tarderà a riprovarci.

E non finirà il 1977 che gli Utopia avranno un secondo disco all'attivo.
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