I Vanadium, dopo due dischi belli e interessanti, che riscuossero molto successo, nel 1984 fecero uscire l'album "Game Over". La band, capitanata dal fenomenale Pino Scotto, riusci' a vendere, solo in Italia, 54.000 copie, continuando a produrre musica all'altezza dei cd precedenti, ovvero il sorprendente "Metal Rock" e l'avvincente "A Race With The Devil".

Loro, come sapete, sono una delle prime band che, piu' di venticinque anni fa', suonarono metal in Italia, insieme a gruppi attivi ancora oggi come la Strana Officina dei fratelli Cappanera, i priestiani Crying Steel, i selvaggi Bulldozer e i doomster Dark Quarterer. In questo album si nota un sound ancora piu' duro di "A Race With The Devil", dimostrandosi in alcuni casi anche piuttosto grezzo e ruvido, come nei riff di "Pretty Heartbreaker" o della titletrack, una maggiore presenza delle tastiere e, last but not least, una prova molto convincente di Pino Scotto, che dimostra a tutti le sue doti vocali. Il songwriting e' migliorato, il sound che ci presenta la band e' incentrato ancora su uno stampo hard rock-metal, tipico degli anni Ottanta, e le otto canzoni si mantengono su livelli alti. L'opener "Streets Of Danger" e' un classico della band, che dara' il titolo anche al mitico live registrato in Francia, dotato di pura energia, velocita', con la magica prestazione vocale di Pino e di tutta la band, che rendera' questo brano un ottimo successo in casa Vanadium. Il successivo brano "I'm Leaving At Last" e' dotato di buoni riff di chitarra, supportati dal buon lavoro di tastiera e dalla voce di Pino,che riescono a creare un buon pezzo, dove si possono sentire delle influenze dei Ratt o dei primissimi Motley Crue.

"War Trains" e' una bellissima ballad, in pieno stile anni Ottanta, che io definerei la b-side dell'altrettanto fantastica "Easy Way To Love", che grazie al grandioso canto di Pino e degli ottimi ritornelli, riesce a sprigionare delle grandi emozioni, che non possono essere descritte a parole. Davvero un bel pezzo, che potrebbe rivaleggiare con alcune power ballad dei Cinderella o dei Poison. La quarta traccia, "Too Young To Die", con la sua potenza e i suoi riff compatti continua a mantenere il disco su livelli altissimi, come anche la successiva "Pretty heartbreaker". Questo brano inizia con il duro riff di chitarra, che viene raggiunto dalla selvaggia performance di Pino, per poi sfociare nel suo strafottente ritornello, tipo i Motley Crue, e nei bellissimi assoli di tastiera e di chitarrra. La settima canzone e' il classico strumentale che mettono i Vanadium nei loro dischi, ovvero la famosa "The Hunter", che con le sue parti di chitarra, che mi ricordano i primissimi Maiden, e le ariose parti di tastiera, e' uno dei pezzi strumentali piu' belli, insieme a "Russian Roulette" di "Metal Rock" e "Ridge Farm" del successivo "Born To Fight". "Dont Let Your Master" e' un classico hit della band, suonato in modo impeccabile dalla band, che in questo album si dimostra in ottima salute, ma soprattutto grintosa e gasata piu' che mai. "Game Over" si conclude con il botto finale, ovvero la possente titletrack, dotata di riff grezzi, buonissimi lavori di tastiera, un ritornello arioso, tipo "A Race With The Devil", e una dirompente performance di Pino, che conclude in modo ottimo questo importante album dei Vanadium e del "vecchio" metal italiano.

La band continuerà negli anni successivi a registrare incredibili cd, come "Live On The Streets Of Danger", il glorioso "Born To Fight", l'AOR di "Seventheaven" e "Nel cuore Del Caos". WE ROCK!!!

Carico i commenti...  con calma