Gordon Lightfoot, Tom Russell e Jennifer Warnes insieme nello stesso disco. Troppo bello per essere vero? No, è esattamente quello che succede in "The Gift"; album tributo dedicato al grande Ian Tyson, e questo spiega perché questo disco ha avuto un'importanza cruciale, assolutamente determinante per la cultura musicale del sottoscritto; i cosiddetti tributi targati AA.VV nascondono spesso insidie o, per meglio dire, il più delle volte si tratta di pure e semplici operazioni commerciali di interesse e valore artistico pressoché nullo; ovviamente non in questo caso, vista la statura dei personaggi coinvolti e la loro totale estraneità al mondo delle major discografiche e della musica cosiddetta commerciale.
Ma andiamo con ordine: Ian Tyson, canadese classe 1933 si è affacciato nella scena folk degli anni '60, debuttando nel 1963 in coppia con la moglie Sylvia Fricker: un'avventura intensa durata poco meno di una decade: Ian & Sylvia hanno promosso e dato lustro alla grande tradizione popolare della loro terra natale, incidendo bellissime versioni di brani tradizionali canadesi come "Un Canadien Errant" o "Mary Anne", e venendo a loro volta coverizzati da artisti come Judy Collins ("Someday Soon") e Neil Young ("Four Strong Winds"). Questa avventura coniugale ed artistica sublima nel 1970 con il bellissimo e sfortunato album country-rock "Great Speckled Bird" prima di terminare qualche anno dopo. Da allora Ian Tyson, dopo due buoni album solisti degli anni '70 opta per una precisa scelta di vita: torna alla sua natia Alberta, al suo ranch e si dedica anima e corpo alla western music, producendo grandi album come "Old Corrals And Sagebrush" (1983), "Cowboyography" (1987), "I Outgrew The Wagon" (1989), And Stood There Amazed (1991), il semplicemente meraviglioso "Eighteen Inches Of Rain" (1994), poi il più acustico e soffuso "Lost Herd" (1999) ed infine "Songs From The Gravel Road" del 2002. Tuttavia, gli anni passano inesorabilmente e nel 2006 contrae un virus alle corde vocali che ne mina irrimediabilmente le capacità canore; nonostante questo riuscirà comunque ad incidere un ottimo album come "Yellowhead To Yellowstone And Other Love Stories" del 2009, ma i tempi per un album tributo sono ormai maturi: Ian Tyson se l'è meritato, nel 2007 "The Gift" vede la luce, ed il risultato finale è degno del prestigio di questo grande artista.
Cominciamo dal grande Gordon Lightfoot: il suo legame con Ian Tyson è strettissimo, infatti nel 1964 Ian & Sylvia incisero una meravigliosa "Early Morning Rain", senza dubbio la migliore "Early Morning Rain" di sempre, che divenne la titletrack del loro quarto album: furono i primi a portare alla ribalta questo allora sconosciuto cantautore, che sarebbe debuttato solo due anni più tardi. Il contributo di Gordon Lightfoot a "The Gift" è la suggestiva "Red Velvet", uno dei pochi brani del periodo di Ian & Sylvia presenti in questa raccolta ed originariamente inserito nell'album del 1998 "A Painter Passing Through"; si tratta di un affascinante affresco di un paesaggio autunnale, arricchito da vellutati sintetizzatori che conferiscono alla canzone un suono fluido e sognante.
Altrettanto forte e radicato è il rapporto con Tom Russell: risale al 1983 la cover di "Gallo De Cielo", ancora una volta quando Russell era un perfetto sconosciuto non ancora svezzato da un debutto "ufficiale", poi Tyson prese in prestito "Navajo Rug" nel 1987 ed entrambe le canzoni furono duettate nell'album di Tom Russell "Cowboy Real" del 1991, in cui compare anche l'epica "Claude Dallas", proveniente da "Cowboyography" proprio come la qui presente "Old Cheyenne", una ballata interpretata dal cantautore americano in una veste completamente acustica e sofferta, con la sua consueta ed inconfondibile vocalità potente e magnetica ed un pathos quasi verista.
A quanto pare uno dei desideri di Ian Tyson è stato quello di sentire una sua canzone interpretata da Jennifer Warnes, e con "The Gift" questo desiderio diventa realtà: la dolcissima e sempre straordinaria Jenny regala emozioni e brividi con un'elegantissima interpretazione della delicata e struggente ballad "Blue Mountains Of Mexico", trasformandola in una soffice serenata folk intrisa di calore e sentimento.
Oltre alla già citata "Red Velvet" non mancano i tre grandi classici di Ian & Sylvia indissolubilmente legati al nome di Ian Tyson, "Summer Wages", proposta in una veste leggera e ritmata dai The Good Brothers, altra istituzione della scena folk canadese, "Someday Soon" trasformata in una ballata sofferta e struggente dai The Circus In Flames, ed ovviamente "Four Strong Winds", posta in apertura dell'album ed affidata alle mani dei Blue Rodeo che la rielaborano in chiave country-rock con ottimi risultati, ottenendo un sound molto piacevole e trascinante che rende onore a questo grande classico. Tra le interpretazioni più personali ed interessanti meritano un particolare elogio gli irlandesi The McDades che trasformano il ritmato bluegrass di "Smuggler's Cove" in una ballata di struggente bellezza, dilatata ed atmosferica, quasi surreale ed estremamente curata e raffinata dal punto di vista vocale e strumentale, ed anche il brillante country rock di "Some Kind Of Fool", ripescata dal primo album solista di Ian, "Ol' Eon" del 1973 e fedelmente interpretata da Amos Garrett, già chitarrista dei Great Speckled Bird e l'essenzialità quasi severa ma sempre affascinante di Ramblin' Jack Elliott e di David Rea, che regalano versioni chitarra e voce, secondo la tradizione folk più "ortodossa" rispettivamente di "Will James" e "The Gift".
Ovviamente non possono mancare alcune inconfondibili ballate rurali e romantiche che costituiscono un marchio di fabbrica degli album solisti di Ian Tyson, interpretate bene e senza particolari pretese stilistiche da Stewart MacDougall ("You're Not Alone Anymore"), Corb Lund ("MC Horses") e Chis Hillman, che riesce addirittura a superare il maestro con una splendida "What Does She See", completando così questo pregevolissimo tributo ad un grande artista: piacevole, affascinante, ben strutturato ed oltretutto perfetto per conoscere a grandi linee ma in maniera dettagliata ed esauriente lo stile unico di Ian Tyson e poi, come ho già detto, se ho conosciuto artisti del calibro di Gordon Lightfoot, Tom Russell e Jennifer Warnes lo devo anche a "The Gift", e quindi oltre al notevole spessore musicale quest'opera ha anche un grande valore affettivo per me.
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