CONTIENE SPOILER

“Yeah, Bitch! Magnets!”

“What up, biatch? Leave it at the tone…”

Chiunque sia arrivato qui dopo aver visto la saga di Walter White, sa già che queste sono frasi da Jesse Pinkman.

Chiunque altro sia finito qui senza avere mai visto né Breaking Bad, né Better Call Saul, si dia per malato, spenga il telefono, si isoli dal mondo e recuperi le serie tv.

Poi ripassi di qui.

Infatti, El camino è indubbiamente, senza possibilità di smentita, il capitolo più debole della saga ambientata ad Albuquerque, New Mexico, U.S.A.

Ripeto: recuperate Breaking Bad e Better Call Saul.

In ogni caso se non mi volete dar retta, il buon Vince Gilligan ha pensato anche a voi e uno stratagemma narrativo vi darà tutte le informazioni necessarie per seguire la storia.

Sì spengono le luci e si accende lo schermo.

Passato: Due uomini, uno giovane e uno vecchio, sono in riva a un fiume. Stanno per guadagnare tanti soldi, una montagna di soldi, e fantasticano dei progetti per il prossimo futuro.

Il giovane si chiama Jesse Pinkman, il vecchio Mike Ehrmantraut.

“Sai che non ne sarà felice?”

“No, immagino di no. Solo tu puoi decidere cosa è meglio per te, Jesse. Non lui, né io."

Sì, stanno prarlando di Walter White, alias Heisenberg, l'oscuro produttore di metanfetamina del New Mexico.

“Io mi tiro fuori."

Che farai con tutti quei soldi?"

“Lo stesso che ho fatto con gli altri soldi."

“E tu, babypensionato? Farai una vita da sogno?”

“Non so se dovrei restare in città."

“È già qualcosa."

“Niente mi trattiene qui. Dove vorresti andare, al posto mio?"

“Non importa. Non sono te"

“Dai, dimmelo. Se avessi la mia età… Dai, stai al gioco. Fa’ conversazione."

“In Alaska…"

“Davvero?"

“Sì, se avessi la tua età e volessi ricominciare… Alaska, lassù è l’ultima frontiera, puoi essere chi vuoi."

“Da zero"

“Si potrebbe"

“Sistemare le cose…"

“No, quella è l’unica cosa che non si può mai fare…"

Stacco.

Presente.

La faccia di Jesse è ricoperta da una folta barba, è attraversata da cicatrici. I capelli gli coprono la fronte. Sta guidando una macchina e emette grida disperate di liberazione. Sta scappando.

Evidentemente, dei contrattempi hanno allontanato Jesse dall’Alaska e altri ostacoli lo attendono.

Il film racconta questo: la difficile fuga di Jesse, dalla prigionia in New Mexico, alla libertà in Alaska.

Vince Gilligan sviluppa la trama su due piani temporali: il presente e il passato, visto attraverso i ricordi, gli incubi, i lapsus del protagonista. Immagini nuove, ambientate in un passato che tanti spettatori conoscono, altri no.

Jesse non è Walter White, né Gus Fring, né Sau Goodman, nessuna sete di vendetta guida le sue azioni.

Infatti, il protagonista ha subito dei traumi che ne hanno intaccato la psiche, indebolito la scorza protettiva e lo hanno reso innocuo, docile, inoffensivo, mansueto, incapace di ogni forma di violenza.

La storia è dunque l’unica della saga che rifiuta la rivalsa.

Fino a che, bisognoso di denaro, Jesse accetta, cerca e affronta un duello da far west e lo fa suo con freddezza glaciale.

"Così, de botto, senza senso", Jesse diventa Clint Eastwood.

Tutto in una volta, cade la verosimiglianza del personaggio, si rompe il filo della storia e scema la tensione.

Non è che fino a quel punto nel film tutte le cose fossero state al loro posto. Mancavano i personaggi leggeri. Saul Goodman non compariva e i due amici cazzoni di Jesse, Skinny Pete e Badger, erano diventati tristi e angosciati: non erano così nella serie! Tutto si è fatto cupo e, ancor peggio, serioso.

Caro Vince, i lavori ben fatti si riconoscono dalla cura dei personaggi secondari. Qui si salva solo il cattivo, il glaciale, alienato, serial killer, Todd Alquist, interpretato dal bravo Jesse Plumons.

Ma il resto? Non ci siamo proprio, personaggi deboli e mal caratterizzati, musiche che non hanno quella forza ironica che le imprima indelebilmente nelle orecchie dello spettatore.

E poi… Breaking Bad raccontava una storia dalla quale tutti i protagonisti uscivano sconfitti. Questo capitolo vuole aprire uno spiraglio per il giovane della storia, non per la legge, né per i criminali, ma per l'unico che aveva in sé il germe di una logica della realtà che fosse diversa. Insomma, io credevo veramente che non si avvertisse alcun bisogno di tutto questo, che questo film non fosse necessario e Vince Gilligan, girandolo, non ha fatto nulla per farmi ricredere. Così è, El camino non serve.

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