SpongeBob.

Maratone interminabili davanti a un televisore i Mercoledì notte, gli occhi sbarrati.

Non c’è più tempo, ma il tempo c’è. E conta le ore.

Ogni minuto è un istante che nasce e poi muore.

-

<<Siete pronti ragazzi?!>>

Certo signor capitano: pronti da una vita.

Brutta bestia vedere sorgere il Sole dopo una notte insonne: perché non hai dormito?

Perché deve arrivare la mattina? Perché non è più ieri?

-

Doccia, barba. Profumo. Camicia.

Caffè: lo prendo diretto al lavoro dai.

<<Ehi ciao, altra giornata del cazzo, eh?>>

Direi ci sia comunque stato di peggio.

-

Eheh, ti piaceva suonare le tue canzoni del cazzo in posti del cazzo vero?

Ti piaceva essere così naïf, petulante, finto sognatore?

Almeno la muffa di dosso te la sei tolta. Non è rimasto molto altro sotto tutta quella sporcizia…

Un molluschino senza conchiglia. Un essere orribile, orribile davvero adesso.

-

<<Ehi sai una cosa? Vaffanculo!>>

Applausi.

-

Una stella di mare stupida come la merda. Un parallelepipedo giallo. Giallo. Quei tentacolini che suonano un clarinetto. Ihih.

Ciao mollusco. Ciao.

-

I Ween erano un mollusco.
Geniali per certi versi. Insopportabili per altri. La genialità in formato paccottiglia. Paccottiglia venduta per genialità. Roba da college americani.

Poi sono diventati grandi.

Non ho più l’età per apprezzare gli eterni Peter Pan: ammiro chi si scrolla la muffa di dosso e si ripresenta in società con un sorriso meno beffardo.

Gli Ween qui smettono di ostentare osticità, di farti l’occhiolino mentre ti tirano una goliardica gomitata nel costato. Tendono la mano all’ascoltatore, mettono su una vera band.

Producono, arrangiano, suonano e cantano da Dio.

Dallo scherno passano alla reinterpretazione. Un omaggio? Un sorriso meno beffardo.

-

Un disco pop con tutti i crismi per essere amato al primo ascolto.

Assoli sbilenchi su polke ritardate, sintetizzatori perlacei nelle profondità del mare. Canti da osteria, oscenità. Canti ammalianti.

In I’ll Be Your Jonny On The Spot sembrano i Devo in anfetamina, in Mutilated Lips sembrano i Mansun a cavallo. Su The Blarney Stone hanno telefonato a Tom Waits, in The Golden Eel Eric Burdon fa il mezzo punk, su the Buckingham Green dei mandolini suonano su un sintetizzatore alieno e un assolo interminabile marcia verso una sinfonia di violini e timpani.

Però ehi: non ti stanno prendendo per il culo questa volta. Relax: è DAVVERO un bel disco pop.

-

Poi c’è Ocean Man, che è finita in SpongeBob.

Un domani guarderò i cartoni animati con mio figlio e me li riderò tutti, dall’inizio alla fine. Non avrò memoria di certi Mercoledì sera.

Vaffanculo.

Carico i commenti...  con calma