William Hope Hodgson è uno dei giganti del “weird” del secolo scorso. Lovecraft lo scoprì tardi ma mise in luce il grande valore della sua opera nel saggio “The Weird Works Of William Hope Hodgson” del 1934 e, successivamente, nel noto “L’orrore soprannaturale in letteratura”. E non c’ è da stupirsi di questo suo interesse: Lovecraft, nella sua concezione etica ed estetica della vita e della letteratura, dava un’importanza cruciale al sentimento del cosiddetto “orrore cosmico”, una caratteristica che cercava di trasfondere nei suoi racconti come una sorta di missione e che rinveniva raramente nella produzione degli altri scrittori del genere fantastico. In particolare i romanzi di Hodgson in cui traspare di più questa particolare attitudine sono il capolavoro “La casa sull’abisso”, in cui il viaggio finale del protagonista – il Recluso – lo porta a viaggiare in dimensioni extra-cosmiche e “La terra dell’eterna notte”. Quest’ultimo è un romanzo incubo non esente da difetti, troppo lungo e appesantito da un linguaggio pieno di arcaismi e, in alcuni momenti, da troppo sentimentalismo. Nondimeno le visioni - degne di un Dante Alighieri e di uno Hyeronimus Bosch - di una terra morente ed allucinata – in cui il protagonista si trova asserragliato in una piramide - la Ridotta – circondato da orrori innominabili sono qualcosa di difficilmente riscontrabile nella letteratura e il risultato, a mio parere, è superiore a molta fantascienza successiva a cui manca la dimensione drammatica di Hodgson. Di “La terra dell’eterna notte” – uscito nel 1912 - lo scrittore inglese ne pubblicò anche una versione condensata – intitolata “Il sogno di X” -, per il mercato americano per una questione di diritti.
Ora la casa editrice il Palindromo pubblica proprio “Il sogno di X” in un bel volume - nella meritoria collana I Tre Sedili Deserti - arricchito da racconti inediti, da alcune poesie dell’autore – un unicum qui in Italia – e da un apparato critico di tuto rispetto con interventi di Gianfranco De Turris, Pietro Guarriello e Maria Ceraso. Quale che sia stato il motivo che ha spinto Hodgson ad operare questa nuova versione il risultato è brillante: siamo di fronte ad un nuovo romanzo che mantiene tutte le qualità dell’originale senza averne i difetti di cui si diceva. Tra l’altro, considerando che l’edizione italiana della Fanucci ha quotazioni da capogiro – anche se sembra verrà ristampata - , questa pubblicazione colma un vuoto ed è imperdibile. Nonostante l’autore avesse un rapporto controverso con la religione, si avverte quasi il senso numinoso ed irrazionale del sacro – come lo intendeva il filosofo Rudolf Otto - in queste pagine. I racconti presentati hanno invece un valore discontinuo. I miei preferiti sono “La valle dei bimbi perduti” e “La stanza della paura”, in cui troviamo un Hodgson inedito. Sono 2 storie delicate e piene di poesia che ci parlano dei turbamenti e dell’innocenza dell’infanzia. “La Dea della morte” e “La locanda del Corvo Nero” sono invece 2 racconti nel filone del “detective dell’occulto”, un genere che, personalmente, non mi ha mai entusiasmato. “La promessa di Jacobeous Deacon” – già apparso nella rivista Hypnos – è una storia macabra mentre “Le memorie di Carnacki, cacciatore di spettri” e’ una sintesi, sulla falsariga di “Il sogno di X”, delle prime 4 storie del ciclo. La parte finale è dedicata alla poesia di Hodgson, praticamente ignorata dalla critica se si eccettua una recente edizione della mitica Tartarus Press. In realtà la sua poesia non e’ affatto disprezzabile anche se deriva le suo tematiche dal romanticismo. Non è comunque paragonabile, come valore, alle sue opere maggiori ma la scelta di proporre una selezione delle sue poesie in ogni caso, encomiabile. Il volume, che consiglio caldamente a tutti i seguaci del “weird”, è arricchito anche da 20 tavole di Stephen E. Fabian. Il volume si può acquistare sul sito del Palindromo al seguente link o su Amazon: http://www.ilpalindromo.it/edizioni/.
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