Ramones, Suicide, Dead Boys, Television, Richard Hell, Talking Heads, Patti Smith, sono il simbolo del vento nuovo che soffiava nella scena musicale della Grande Mela. Questi gruppi (ed altri) hanno ricoperto il ruolo di collegamento tra il seme gettato dalle garage band negli anni 60, mettendo insieme tutti gli umori, le tendenze, il clima intellettuale, che si respirava a New York a metà dei 70, dando luogo ad una rinascita musicale che travolgerà gli ideali hippy degli anni 60. In loro le generazioni del "No future", trovarono i liberatori dalle stantie armonie che avevano occupato le classifiche fino allora, (Simon and Garfunkel, Queen, etc.) con loro avrà luogo la fioritura di locali dove si suonava dal vivo.
Il simbolo più rappresentativo di questa nuova tendenza, è certamente il CBGB, storico nightclub di New York, dove Willy DeVille, all'anagrafe William Borsay, si è fatto le ossa con i Mink DeVille, di cui era frontman e compositore.
Look da filibustiere, (nella foto di copertina somiglia a Capitan Uncino) Willy DeVille è un corsaro di città che ama Otis Redding, John Lee Hooker, ma anche le conga del "Re del Mambo" Tito Puente. Con la sua voce roca, sporca, canta una musica nella quale convivono tutti gli aspetti delle sue origini, "I'm part Iroquois, part Basque, a little of this and a little of that. I real street dog" dichiarò in un'intervista. Un cane di strada che ha messo a punto un linguaggio musicale che nasce dal miscuglio di razze e culture, unendo abilmente vari stili: Soul, rock'n'roll, R&B, con una buona dose di romanticismo e fragranze gitane... il tutto legato con grinta e personalità. Un suono nuovo, molto personale, in alcune canzoni ha plasmato una sorta di "talking rock" ("Spanish Stroll" "Cadillac Walk"). Un sound originale e travolgente che appassiona il pubblico che assiste ai suoi concerti.
Spalleggiato da una band di vari musicisti, "Live" è stato registrato nel '93 al Bottom Line al Greenwich Village, ed all'Olympia di Parigi, 15 brani pescati dal meglio dalla sua produzione. Il suono è spesso e corposo, e Willie in piena forma, il disco mette insieme l'anima animalesca delle sue prime composizioni, con lunghe ballate. "Lilly's Daddy's Cadillac" con buoni impasti tra chitarre e fiati, "This Must Be the Night" in cui si può apprezzare il lavoro dei coristi, "Savoir Faire" tesa ed energica, "Cadillac Walk" che si distingue per l'uso di chitarre affilate, e la grintosa interpretazione del leader, l'avvolgente "Bamboo Road" carica d'atmosfere caraibiche, è introdotta da percussioni di stampo ispanico, "Maybe Tomorrow" in una versione caldissima, fa risaltare il lavoro del coro ed il sax di Louis Cortelezzi, "I Must Be Dreaming" è una bella canzone d'amore armoniosa e piacevole, "Heaven Stood Still" è un gran brano struggente, ricco di sentimento, "Demasiado Corazon" saporita, ricca di colori e calore, è suonata brillantemente, uno dei brani che preferisco, "Spanish Stroll" è proposta in una versione di 6 minuti, non delude, chitarre che pulsano, feeling mirabile... stupenda! "Hey Joe" segnata da sonorità "Mariachi", è da applausi, la degna conclusione di questo splendido concerto. Un disco gustoso, con tante sfumature e colori, che apprezzeranno anche quanti non conoscono la musica di questo grande personaggio.
PS Nei primi dischi il suono è più asciutto, mi ricorda John Hiatt degli inizi. I cd che preferisco sono "Cabretta" "Coup De Grace" e "Backstreets of Desire"
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