L'assenza di regole dell'experimental. L'industrial primordiale, seppur nella crudezza, ha dato talmente lavori raffinati che ancora oggi primeggiano nelle vette insuperate.
E' impossibile accostare i droni dei Stars Of The Lid a quelli dei Cluster del primo album. Ma anche i vari Labradford avevano annacquato la trivialità di quell'ambient narcotico.
Z'ev, insieme a Nurse With Wound e Current 93, entra nella cerchia dei geni incompresi.
Un vero fabbro dell'arte.
Quei soggetti che, ogni sei mesi, sfornano un'idea valida e imperdibile.
Il free jazz è stato l'emblema di una landa vastissima di suoni e di possibilità. La musica non poteva essere concepita solo con riff, bridge e ritornello..
C'è dell'altro. Si può guardare oltre. Come nella vita. E' anche fastidioso guardare dove finisce la punta del naso..quando rialzi lo sguardo inizi ad essere anche strabico..boh, nausea.
Ma il malessere può dimostrarsi anche benigno. Possiede il sorriso beffardo proprio di quel calore affettuoso di quando ci si inabissa nel caldo delle coperte in una notte fredda e ventosa.
Le due parti di "Elemental Music" constatano la primordialità del suono. Penetranti clangori si scontrano con la minima melodia che evapora dal magma sulfureo. L'unico spiraglio di luce affettuosamente tempestato dalla trivialità delle percussioni industriali. Non c'è la pelle delle tablas. Qui c'è l'acciaio scolpito secondo dopo secondo.
Inarrestabile morsa in azione perpetua. Un alieno che si fa largo tra le periferie malnutrite.
L'idea della nube di gas ci fa immaginare il cielo sotto il quale si denudano i fantasmi della macchina sonora. I pattern primitivi delle percussioni vengono constantemente oscurati da una guardinga e arcigna dose elettronica.
Un fluxus in perenne trasformazione.
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