Che roba!

Di questo cd trovate già una creptonicistica recensione. Solo che il medesmo autore della suddetta creptoblabla dice "Lo so, questa recensione non può esservi utile se non li conoscete.". Fra l'altro, non fa nemmeno male, visto che dà tutte le ragioni per invogliarvi a conoscerli. Però io sono fatto così. Pe(r)donatemi.

Gli Zu sono italiani e sono ska; ska nel senso che skassano. Vi skassano le orecchie, il cervello e anche i piedi (sì, i piedi) perchè ti beccano il cervello. Sono batteria, sassofono e basso, con numerose collaborazioni di più o meni prestigiosi e/o famosi della scena jazz/avant/blabla mondiale. Quello che fanno loro non ve lo dicono, ve lo suonano. Facciamo così: ve la metto un po' sul piano del paragone, così mi sbrigo subito che gli amici mi aspettano per la birra.

Prendete il jazz contemporaneo e inseritelo, o meglio, decostruitelo in un'insana struttura autarchica-improv-matematico nello stile dei più migliori Ephel Duath, un tocco di mathrock tipo Ahleuchatistas o Don Caballero, roba bizzarra insomma, metteci un sassofono che pare il cuggino malvagio di John Zorn. Schemi che di schema hanno solo il nome, riprese, ritorni, inclusioni, temi che si sovrappongo e si scontrano fra di loro in un'immensa orgia di songwriting sclerotico. Roba da capogiro.

Questo cd è forte. Pogo intellettuale. Ma anche no. 9/10

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