“Un forte maschio alfa che sa sempre quello che vuole e realizza tutte le tue fantasie sessuali. In più è alto un metro e novanta, non ha un filo di grasso sul corpo ed è stato modellato da Dio”.
L'anello mancante tra Fabrizio Corona e il testimonial di Dolce e Gabbana con lo slip bianco è fra noi. Il suo nome è Don Massimo Torricelli, abita una specie di Alcazar sotto l'Etna e gira il mondo a bordo del suo jet privato. Con mezzo sguardo riduce la donna alla totale sottomissione, con uno sguardo completo la donna gli ha già sbottonato i pantaloni. E' un boss mafioso, ma nel linguaggio di oggi è un uomo d'affari. Business-man.
Lei si chiama Laura e viene da Varsavia. E' bellissima, sofisticata, esigente. In società è una top manager spietata, nel privato convive con la palla al piede di un fidanzato grasso, triviale e incapace di soddisfarla. A letto.
Succede che Massimo vede Laura e la vuole, a tutti i costi.
Ti sei persa, bambolina?
La rapisce. Ma il perché Massimo vuole Laura e la rapisce, non si può dire. Ve lo dirà lui, a tempo debito. E vi sconvolgerà.
Fin qui la trama. E per farla stare in piedi oltre l'ora di film (più o meno, fino alla prima vera scena di sesso) lo sforzo dev'essere stato disumano. Sicché, non poteva bastare un solo regista per sostenerlo. In due, lo sforzo è stato più tollerabile.
Tutto nasce (e muore) con la trilogia di bestsellers di Blanka Lipinska, fitness-influencer polacca con una laurea in cosmetologia. Trilogia da noi inedita, ma soltanto per ora. Galeotta per l'ispirazione fu una vacanza in terra sicula, e la fascinazione senza tempo del maschio latino ha fatto il resto.
Tutte le premesse per tirare in ballo 50 sfumature e l'involuzione senza fine dell'erotico patinato. Ma è proprio lì, che 365 giorni vi frega. Perché al di là delle influenze ovvie e inevitabili, il film dispensa (a volontà) sorprendenti atmosfere da videoclip neomelodico e, più in generale, quel thrilling mozzafiato tipico da ultima puntata di Temptation Island. Con dialoghi intenzionalmente minimali e una recitazione che deve molto alla performance di Costantino Vitagliano nel seminale The Lady di Lory Del Santo.
Come in ogni videoclip degno di questo nome, non mancano i momenti iconici: lo shopping selvaggio con prova del perizoma, lo yacht, il gelato a Roma (al gusto fiordilatte?) che cola dalla bocca di lei, un TANGO in villa degno di uno spot del Campari.
Con l'accompagnamento costante di una colonna sonora a base di pop MTV purosangue, a metà fra Ed Sheeran e Imagine Dragons (ma non sono né Ed Sheeran né gli Imagine Dragons).
Alcuni pezzi sono anzi interpretati dal Torricelli in persona, che nel film è doppiato. Fra cui una hit da 37 milioni di clic YouTube e 18 su Spotify.
Dettagli più pesanti – nell'economia dell'opera – degli eventuali discorsi a posteriori sulla romanticizzazione della mafia e la mortificazione della figura femminile. Che, ve lo garantisco, dopo due ore di film non avrete nessuna voglia d'intavolare.
365 giorni sono anche il tempo fisiologico per dimenticarlo, ma non farete in tempo. Perché a quel punto sarà già arrivato il sequel.
Non si era detto che è una trilogia, dopo tutto? Ecco, quindi preparatevi.
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