Che titolo lungo per questo album dei Caravan pubblicato nel 1973; mi sono sempre chiesto il significato ( per ragazze che crescono cicciottelle nella notte , o qualcosa di simile ) del titolo in rapporto alla cover, poi comprando il CD ho capito, la ragazza che dorme beata è in dolce attesa e allora tutto è diventato più chiaro .

Venendo all'album può essere considerato l'ultimo lavoro degno di nota del gruppo inglese, il rientro di David Sinclair porta di nuovo consistenza e meno prevedibilità nelle complesse melodie della band, soprattutto risultano meno prolisse di quelle presenti in "Waterloo Lily". L'apertura di "Memory Lain , Hugh/Headloss" con i suoi nove minuti è un piacere tutto da gustare, ottima prova del collettivo che si esibisce in un brano trascinante molto immediato e soprattutto ben cantato . Il suono si indirizza verso strade più sporche con "Hoedown" con chitarra in evidenza per tutto il pezzo, non convince molto e risulta un pochino irritante . Le cose più riuscite del lavoro sono però i brani più Pop , come la bella "Surprise , Surprise" che rimanda alla West Coast nell'uso della voce e "The Dog , The Dog , He's At It Again" che evidenza ancora un buon gioco di voci . Dove il disco deve tirare fuori l'anima prog delude un po' , "Be Alright / Chance Of A Lifetime" , l'avere optato per brani veloci e virati al rock più chitarristico penalizza la riuscita dei brani, che spezzano la buona continuità fra i pezzi lenti cantati e quelli strumentali , come la riuscita "L'Auberge Du Sanglier" .

Ristampato dalla Deram recentemente , vengono aggiunti numerosi Bonus Tracks rienpitivi e noiosi come "Derek's Long Thing", album comunque adatto agli studiosi di rock progressivo, semplici appassionati difficilmente se ne possono innamorare .


  • ajejebrazorf
    20 feb 06
    Recensione: Opera:
    album un po' dolciastro. Anche Surprise che è una delle cose migliori, ma tutta sta gioia, machettegioisci ahò. Te credo che è riuscita L'Auberge Du Sanglier, riprende il tema megaarcisuperbellissimo del sax in Slightly all the time dei Soft machine.
  • Anonimo
    26 mar 06
    Recensione: Opera:
    Album sicuramente molto godibile, di certo non all'altezza dei predecessori, ma tutto sommato buono. Ottima "Memory Lain, Hugh"!
  • andy66
    11 set 06
    Recensione: Opera:
    Questo è l'unico album che finora conosco dei Caravan, e a differenza di quanto scritto nella recensione, trovo che sia un disco di grande personalità e di notevole fantasia compositiva. Brani a base chitarristica molto freschi ed immediati, con melodie curate ma accattivanti (molto diverse dagli altri gruppi prog dell'epoca)e pezzi prog con sequenze di riff e fraseggi (anche con il violino) che hanno anticipato in un caso i Kansas ("Be Alright / Chance Of A Lifetime") e in alcuni tratti persino gli Iron Maiden più complessi ("A hunting we shall go", con anche un crescendo orchestrale centrale di grande effetto). Insomma , a mio avviso un gioiellino misconosciuto del rock inglese anni 70. Spero un giorno di ascoltare "In the land of grey and pink".
  • ArnoldLayne
    19 mag 07
    Recensione: Opera:
    Si, cmq il live del Farfield Halls dell'anno dopo è fantastico!
  • GiovanniNatoli
    10 giu 07
    Recensione: Opera:
    concordo in toto. in questo disco usano un synt della Davoli, terribilmente simpatico (l'ho avuto tra le mani)
  • Dr.Adder
    8 mar 08
    Recensione: Opera:
    Buona recensione, ma non sono d'accordo sul fatto che sia il loro ultimo lavoro degno di nota, perchè a mio avviso "Cunning Stunts" è anche meglio, soprattutto la versione Rimastered del 91 con il brano bonus "For Richard" di ben 18 min, live at The Fairfield Hall, Croydon 74.
    Ciao!
  • Hetzer
    11 feb 09
    Recensione: Opera:
    Disco ottimo, nonchè il mio preferito dei Caravan.. Recensione che mi lascia un po' perplesso perchè, oltre ad essere molto sbrigativa e tranchante, dimentica di citare quel gioiello prog che è CThulhu Thulu, una vera goduria..
  • Eliodoro
    6 mar 10
    Recensione: Opera:
    Certamente non all'altezza dei loro lavori migliori quasi tutti precedenti a questo ma trovo che si lasci ascoltare con piacere e scivoli via bene nonostante gli anni passati. Mi piace molto l'uso che hanno saputo fare dei fiati che danno ampiezza a diversi momenti del disco. E' vero che non c'è più la ricerca dei precedenti ma non è dozzinale anzi gradevole e piacioso nel senso buono.
    Saluti, buona domenica serena.
    Elio
  • Hell
    13 mar 10
    Recensione: Opera:
    Troppo bello 'sto disco...
  • ILpercussionist
    27 set 10
    Recensione: Opera:
    per me a hunting we shall go è un gradino sopra il resto
  • ranofornace
    2 dic 13
    Recensione: Opera:
    "discreto"
  • silvietto
    24 gen 16
    Recensione: Opera:
    London a dispetto con il tuo nick, sei scarsino in inglese..... Il lungo titolo significa che l'album è dedicato alle ragazze che sono cresciute riposandosi (rigenerandosi) nella notte, cosa peraltro palesata dalla furba copertina. Oltre a ciò la critica mi pare abbastanza sbrigativa e quindi non oltre le 2 stelle e 1/2. L'album, inferiore complessivamente ai precedenti ha comunque momenti assai interessanti e ritmo da vendere, voce/i qua e là un po' troppo invadente, qualche brano francamente potabile (il 5° per esempio): le buone idee cominciavano a scarseggiare, molto valida la suite finale (non a caso strumentale) che da il 'la' alla futura nuova evoluzione del gruppo (già largamente fuori da Canterbury e lontana da quanto s'attendessero i loro primi estimatori). Tre stelle. L'ottima versione rimasterizzata valorizza i diversi virtusismi presenti.
  • Pseudodionigi
    3 nov 16
    Recensione: Opera:
    Buon disco.

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