Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    So che a molti questa "canzone" non dice granchè, ma resta il fatto che sia musicalmente trascinante. E comunque a me piace un casino.
     
Ricordo il suo bel nome: Hegel Tubinga
ed io avrei masticato
la sua tuta da ginnastica.
Il nome se lo prese in prestito dai libri
e fu come copiare di nascosto,
fu come soffiare sul fuoco.
Cataste scolastiche: perché?
Quando tutto è perduto non resta che la cenere e l'amore;
e lei nel suo bel nome era una Jena.
Chi di noi il governato e chi il governatore
son fatti che attengono alla storia.
Chi fosse la provincia e chi l'impero
non è il punto:
il punto era l'incendio.
Erano gli esercizi obbligatori estetici,
le occhiate di traverso, e tu guardavi indietro;
c'eravamo capiti, capiti all'inverso.
Ci diventammo leciti per questo.
D'altronde, d'altro canto.
A volte essere nemici facilita.
Piacersi è così inutile.
Un bacio dai bei modi grossolani
sfuggì come uno schiaffo senza mani.
Talmente presi ci si rese conto
d'essere un'allegoria soltanto quando
ci capitò di dire, indicando il soffitto col naso,
di dire "Noi due" e ci marmorizzammo.
La corda tesa, amò l'arco
e la tempesta la schiuma,
il cuore amò se stesso,
ma noi non divagammo.
L'animo umano è nulla se non è
una pietra da scalfire ricavando
i capelli e il suo bel piede.
Era la collisione, il primo scontro epico,
perché non scritto ma cavalcato a pelo,
ed ognuno esigeva
la terra dell'altro,
le mani, la terra, la carne, il terreno.
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    Questa l'ho vissuta io personalmente. Lei, che ama la filosofia e un fisico da impazzire e dall'altro lato io, sfigato e poco incline alla lettura. Ma in fondo piacersi è così inutile.
     
    • Martello
      22 giu 20
      Tra "e" e un fisico ci sta un aveva
Da qualche tempo è recente anche l'antico.
Il disco del Discobolo è cromato.
Nella testa di Seneca si sente
il motorino di un frullatore.
Nelle piramidi continuamente
scatta un otturatore.
E in te Tubinga, in te non c'è un juke-box e non un tostapane.
Tu mi risparmi d'essere testimone antico e recente
delle istruzioni lette attentamente.
Non un tasto in comune, non un percorso,
passando per bi e ci dalla a alla di.
non un cablaggio, non una connessione.
Non la contemplazione, nemmeno l'esperienza.
Ma una delicata, leggera confusione
perché mi sfugga come una stoltezza
l'invocazione a te, mio generale, mia generalessa.
E al posto del carattere.
E al posto del carattere, mia cara,
poniamo una tempesta, un caso esterno,
un alto mare che i giorni, i mesi e gli anni
inseguono e non possono afferrare.
Io decorato di passamanerie come un divano
per dirti siediti, distendi le tue gambe
ed usura il tessuto col tallone,
poi dormici su che poi, quando ti svegli,
parlandoti di me ti dirò "Egli.
Egli è qui. È qui ed ora" e non ti dirò altro.
Non parlerò di stili e di reliquie.
Tutto è recente come uno squillo di sveglia.
La data più vicina è un dormiveglia.
E al posto di cose ci sono le cose.
Poniamo le cose esaurite, le stesse.
E dopo le stesse mettiamo le cose
se le medesime vanno esaurendo.
Un bel poligono al posto della stella
e nel quadrato il tondo andando bene.
Nel coraggio di Achille le rotelle
per fare l'orlo alle pastarelle.
E supplicante l'immagine è morente,
narciso e dalia insetto galleggiante,
come pasto rimastica le spente
nature morte virtuosamente.
Ahi!
C'è qualcosa che cade
e una cosa sta su.
Ahi!
C'è del chiaro e del bruno c'è,
c'è una chiusa cosa in sé
fa un rumore un po' tacito.
Sembrerebbe il sussurro dell'acqua.
Ahi!
C'è qualcosa che odora,
una profumo non ha.
Ahi!
C'è del grande e del piccolo.
Una c'è fintantocché ce n'è un'altra che mormora.
Sembrerebbe il sussurro dell'acqua.
Ahi!
C'è qualcosa che chiude,
una schiude, una resta dov'è;
c'è
dell'asciutto e dell'umido
nelle cose, cosicché piatte l'une altre ripide.
Sembrerebbe il sussurro dell'acqua.
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    Una cavalcata che spacca tutte le pareti possibili. E un testo al limite di un flashback (universitario).
     
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    Sarò io, ma non la comprendo a pieno. O meglio, l'ho vissuta meno delle altre. Rimane comunque un pezzo musicalmente brillante e con un testo che mi trasporta davanti a una figura sia astratta che concreta.
     
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    L'arrangiamento è quello che più originale mai inciso in tutta la carriera di Lucio. Il testo sarebbe troppo facile bollarlo romantico, dato che parla pure di due persone che si tengono lontani dagli altri con il respiro che cambia in base alla moda (o almeno questo è quel che vedo).
     
    • Martello
      22 giu 20
      Quel che alla prima riga non esiste
      lontani=lontane
      ultimo frase del respiro=il soggetto è gli altri e non le due persone
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    Il pezzo più duro da digerire. Ancora non ino riuscito a capire il testo, talmente è infarcito di immagini. Ma il suo arrangiamento è veramente riuscito
     
È successo quello che doveva succedere.
Ci siamo addormentati, perché è venuto il sonno
a fare il nostro periodico ritratto.
E per somigliarci a noi
più che noi stessi, ci vuole fermi,
che appena respiriamo,
e mobili ogni tanto,
come un tratto
sicuro di matita. Ecco che siamo
la viva immagine di una
distilleria abusiva che
goccia a goccia
secerne puro spirito.
Noi dietro una colonna ridevamo per l'aneddoto,
e ci contrastavamo amabilmente
su aria, fiato e facoltà vitale,
su brio d'intelligenza,
sull'indole e sull'estro,
soffio, refolo, vento e venticello,
sull'essenza e sulla soluzione,
sul volatile e sulla proporzione,
sul naturale e sul denaturato.
E poi sulla fortuna.
La fortuna non c'entra
quando una cosa
per terra si posa.
E vale sia per l'estetica
che per l'allodola.
E lui continuava a ritrattare.
A ritrattare quindi.
E la reale
e doppia fisionomia nostra
spariva via
come una coppia annoiata di
visitatori da una mostra.
Noi dietro le sue spalle
ridevamo per l'aneddoto
mimetico, drammatico, faceto, ditirambico,
e ci contrastavamo amabilmente
su verde, rosa e viola del pensiero,
su mente giudicante,
su lampo e riflessione,
e sul limpido e il cupo e il commovente,
su coscienza e su allucinazione,
sulla celebre cena e gli invitati.
Colori che divorano colori
se lo spirito s'eccita,
per caso esilarando,
oppure ardendo,
bruciando bruciando.
E chi dei due
ha le parti fredde
cercando le tue.
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    E anche questa l'ho vissuta personalmente. Ho capito cosa volesse dire il testo mentre venivo lasciato per la tot volta, sempre quel piacersi è così inutile, quella frase è dannatamente riassuntiva dell'album e forse della mia vita morosa.
     
Il tuo voto:
  • Martello
    22 giu 20
    Voto:
    Siamo alla follia: testo che più pregno di metafore e immagini non si poteva e un arrangiamento che colpisce le orecchie come una torcia puntata sugli occhi. Contiamo pure il falsetto di Lucio che può benissimo essere una presa per i fondelli a tutti noi.
     
Carico...
Tu e Hegel
Nella collezione di
Carico...