DeSarder

Quello che comanda Iside va fatto!

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Aggiungetemi!
W SU CASU MARTZU! (FRAZIGU)

Ieri durante la trasmissione televisiva ‘Fuori dal coro’ (diretta dall'ehm, "giornalista" Mario Giordano) c’è stato un passaggio ‘culinario’ straordinario che credo abbia suscitato l’applauso dei sardi ascoltatori.

Una ‘notizia’ di forte impatto emotivo e culturale.

Il formaggio ‘marcio’ dei Sardi, su casu martzu, non fa male.

Anzi.

Lo ha sostenuto un perito medico contraddicendo ‘ante omnes’ ciò che per verdetto di buona sanità europea (si fa per dire) è bandito come prodotto corrotto, andato a male, ‘marcio’ appunto e del tutto pregiudizievole per la salute.

Le cose dunque stanno ben diversamente e la legge europea, tra tante leggi superficiali e sballate (quando non sono furbescamente emanate ‘ad hoc ‘, vale a dire per interessi meschini dell'imperante industria alimentare globalistica), ha prodotto disinformazione con danni incalcolabili circa la salute garantita dalla cosiddetta ‘dieta mediterranea’.

I Sardi, si sa, leggi o non leggi, vanno per fortuna spesso per la loro strada e su casu martzu costituisce ancora una prelibatezza tale che chi oggi si procura la crema di formaggio con tanto di vermi può vantarsi d’essere fortunato.

Anzi fortunatissimo. Il conduttore Giordano credo che abbia fatto bene a calcare la mano sul fatto mettendo in luce il paradosso pazzesco della non commestibilità del formaggio corrotto e colonizzato dalla larva della mosca casearia e invece della eccellente commestibilità delle numerose categorie di insetti e delle larve di essi che, dietro garanzia della cucina cinese (e dintorni), tendono a rendere da un certo tempo ‘istranza’ la nostra dieta.

Ischies como ite bos naro?

Tocat a aboghinare meda po sa leze isciolloriada e istrollica e cussizare sos pastores nostros chi nde fetzant meda de casu martzu po balanzu.

Ca est cosa bona meda po sa ucca nostra, meighina po sa salude e, mancu a du narrere, cosa santa zaighì su casu martzu est testimonzu de s’antiga istoria de sos jaios e babbos mannos nostros. (cit. webbesca)

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la francese innamorata dal dentista in sardegna. Benito Urgu - Sexy Fonni (1976) "noi siamo gente sarda che abbiamo i peli nel cu...cuore"
Sid Vicious - Something Else

Domanda: Ma perchè John Simon Ritchie ha voluto mettersi un nome (in italiese Iside Viziosetto) d'arte sardo...?
A proposito del caso di DJ Fabo/Cappato, chi era s'accabadora?

Fino a qualche decennio fa in Sardegna si praticava l'eutanasia.
Era compito di ''sa femmina accabadora'' procurare la morte alle persone in agonia.
S'accabadora era una donna che veniva chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze.
Era un atto pietoso nei confronti del moribondo ma anche un atto necessario alla sopravvivenza dei parenti, soprattutto per le classi sociali meno abbienti. Nei piccoli paesi lontani da un medico molti giorni di cavallo, serviva ad evitare lunghe e atroci sofferenze al malato.
Sa femmina accabadora arrivava nella casa del moribondo sempre di notte e dopo aver fatto uscire i familiari che l’avevano chiamata, entrava nella stanza della morte.
La porta si apriva e il moribondo, dal suo letto d’agonia, la vedeva entrare vestita di nero, con il viso coperto, e capiva che la sua sofferenza stava per finire.
Il malato veniva soppresso con un cuscino, oppure la donna gli assestava il colpo di ''su mazzolu'' provocandone la morte.
S'accabbadora andava via in punta di piedi, quasi avesse compiuto una missione, ed i familiari del malato le esprimevano profonda gratitudine per il servizio reso al loro congiunto offrendole prodotti della terra.
Quasi sempre il colpo era diretto alla fronte.
Il termine ''accabadora'' viene dallo spagnolo ''acabar'' che significa finire.
''Su mazzolu'' era una sorta di bastone appositamente costruito da ramo di olivastro, lungo 40 centimetri e largo 20, con un manico che permetteva un'impugnatura sicura e precisa.
In Sardegna s'accabbadora ha esercitato fino a pochi decenni fa, soprattutto nella parte centro-settentrionale dell’isola.
Molti ricordano un nonno o bisnonno che comunque ha avuto a che fare con la signora vestita di nero.
La sua esistenza e' sempre stata ritenuta un fatto naturale, come esisteva la levatrice che aiutava a nascere, esisteva s'accabadora che aiutava a morire. Si dice addirittura che spesso fosse la medesima persona e che il suo compito si distinguesse dal colore dell'abito (nero se portava la morte, bianco o chiaro se doveva far nascere una vita).
Questa figura, espressione di un fenomeno socio-culturale e storico, e' la pratica dell’eutanasia e nei piccoli paesi rurali della Sardegna ed'è legata al rapporto che i sardi avevano (hanno) con la morte, considerata come la conclusione del naturale ciclo della vita.
(testo tratto dal web e poi elaborato da me )

Ho visto agire s'Accabadora
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Io me, oggi da rossopomodoro con la mia preferita: Pizza tonno e cipolla "rossa", rucola, pomodorini, capperi, peperoni gialli e provola affumicata.

Buo - nis - si - ma !

e niente, anzi no, sardo sono...!
The Darkness - Rock and Roll Deserves to Die (Official Video)

Comunque qvesti proto-proto-proto muffarrockers Nibelungosardi (io) li adoro.

E ora mi si banni pure #senzalcunapieta
Morto Franco Columbu, l'emigrato sardo che divenne Mister Olympia nel culturismo - Repubblica.it fu anche allenatore & amico del 38º Governatore della California tale Schwarzenegger Arnold Alois di 6 anni più giovin... r.i.p.
Il gruppo Tenore Supramonte di Orgosolo al Sentite buona gente (1967) assieme a Peppino Marotto
È arrivato mio zio da Orgosolo, si ferma un paio di giorni #forse
Stasera lo porto a zoc.... a cena, dai
Pare che @[Mojoman] possieda nel proprio DNA origini certificate protonuragike.
Ora:
@[iside]
o
@[G]
o mi nominate immediatissimamente DeAmministratore del DeGruppo oppure che qualcun_ di Voi lì lo inviti (anche a pranzo volendo) qua dentro.
UH!