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W SU CASU MARTZU! (FRAZIGU)

Ieri durante la trasmissione televisiva ‘Fuori dal coro’ (diretta dall'ehm, "giornalista" Mario Giordano) c’è stato un passaggio ‘culinario’ straordinario che credo abbia suscitato l’applauso dei sardi ascoltatori.

Una ‘notizia’ di forte impatto emotivo e culturale.

Il formaggio ‘marcio’ dei Sardi, su casu martzu, non fa male.

Anzi.

Lo ha sostenuto un perito medico contraddicendo ‘ante omnes’ ciò che per verdetto di buona sanità europea (si fa per dire) è bandito come prodotto corrotto, andato a male, ‘marcio’ appunto e del tutto pregiudizievole per la salute.

Le cose dunque stanno ben diversamente e la legge europea, tra tante leggi superficiali e sballate (quando non sono furbescamente emanate ‘ad hoc ‘, vale a dire per interessi meschini dell'imperante industria alimentare globalistica), ha prodotto disinformazione con danni incalcolabili circa la salute garantita dalla cosiddetta ‘dieta mediterranea’.

I Sardi, si sa, leggi o non leggi, vanno per fortuna spesso per la loro strada e su casu martzu costituisce ancora una prelibatezza tale che chi oggi si procura la crema di formaggio con tanto di vermi può vantarsi d’essere fortunato.

Anzi fortunatissimo. Il conduttore Giordano credo che abbia fatto bene a calcare la mano sul fatto mettendo in luce il paradosso pazzesco della non commestibilità del formaggio corrotto e colonizzato dalla larva della mosca casearia e invece della eccellente commestibilità delle numerose categorie di insetti e delle larve di essi che, dietro garanzia della cucina cinese (e dintorni), tendono a rendere da un certo tempo ‘istranza’ la nostra dieta.

Ischies como ite bos naro?

Tocat a aboghinare meda po sa leze isciolloriada e istrollica e cussizare sos pastores nostros chi nde fetzant meda de casu martzu po balanzu.

Ca est cosa bona meda po sa ucca nostra, meighina po sa salude e, mancu a du narrere, cosa santa zaighì su casu martzu est testimonzu de s’antiga istoria de sos jaios e babbos mannos nostros. (cit. webbesca)

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