Dopo due singoli ("Body Experience Revue", 2001 e "Come with You") e varie vicissitudini, Millionaire pubblicano il primo album: "Outside the Simian Flock" (PIAS).
La storia di questo disco va indietro di ben quattro anni, nel 1998, quando Tim Vanhamel - tra lo scioglimento di Evil Superstar (di cui entrò a far parte alla tenera età di 16anni) e la sua apparizione come seconda chitarra in "The Ideal Crash" tour dei dEUS nel 1999 - andò in Spagna a registrare del materiale da solista, portando con sé Dave Schoryen, che sarebbe poi diventato il batterista dei Millionaire insieme a Aldo Struyf (keyboard, voce), Ben Wijers (chitarra, voce) e Bas Remans (basso, voce).
Tim Vanhamel è cresciuto a jazz (suo padre era un batterista), scoprendo funk e punk quando era poco più di un bambino. Tra le sue preferenze musicali si annoverano Kyuss, Melvins, John Coltrane, Ween. Una miscela inusuale e interessante di generi e idee che si può riscontrare anche in "Outside the Simian Flock".
Si tratta di un disco difficile da catalogare in un genere specifico; le influenze musicali sono state assimilate e rielaborate con una notevole dose d'originalità, lasciando spazio alle libere interpretazioni (in questo caso, assolutamente inutili) dell'ascoltatore.
Vanhamel racconta di storie e situazioni personali, ma lo fa in maniera "universale": ti porta nel suo mondo e ti fa credere di essere lui, ma non sei lui, sei tu nelle stesse storie e situazioni, e mentre lui urla "Motherfucker stole my move and I'm now the one to prove..." ("Aping Fr13nds"), la musica, ossessiva e incazzata, ti spinge a muoverti e urlare con lui.
In "Blindfold", quasi un sinuoso lullaby contemporaneo, ci viene ricordato quanto sia difficile fare certe scelte e quanto sia facile perdersi in stronzate se non ci si guarda mai "dentro".
Sonorità pigre e trascinanti in "Body Experience Revue", mentre "Flame me Up" è un pezzo da torello appena svezzato, le referenze a sesso e iconografia erotica assolutamente "sfacciate", ma ironizzate da un riff pop-rock quasi scherzoso.
Sono temi forse un po' post-adolescenziali, ma Vanhamel ha la naturale abilità poetica di rendere particolare qualcosa di banale.
Con "Outside the Simian Flock" Vanhamel vuole renderci partecipi di come si sente: una persona staccata dal resto della massa.
Millionaire si sentono lontani da altre bands che optano una formula collaudata o assecondano i gusti di tendenza. Hanno scelto una strada più personale e meno facile, ma sicuramente più gratificante.
"OTSF" è un album decisamente particolare, che può piacere moltissimo o far assolutamente schifo a chi lo ascolta, ma - a mio avviso - non c'è una via di mezzo. Onesto, intermittente e erogeno, io l'ho trovato "addictive" e lo sto ascoltando praticamente non stop...
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