Gli Shining Blade si formano nel 1981 a Bari grazie a Francesco D'Elia (voce), Jimmi Troccoli e Fabio Pignataro (chitarra), Francesco Collela (basso) e Michele Rainieri (batteria). Il sound del quintetto pugliese fu accostabile sin dagli inizi allo speed metal, anche se in quegli anni erano poche le band che suonavano quel genere.

Tra il 1983 e il 1984 fecero uscire due demo, il primo che si chiamava "On The Battlefield" e il secondo intitolato "Ace Of Blades". Dopo molte apparizioni live, come il Festival di Certaldo, ed aver inserito in varie compilation i brani "Freakish Footsteps" e "Winged Snake" la band registrò un full lenght. Questo nuovo lavoro, dal titolo "Touch The Night", segnò la svolta del gruppo, sia dal punto di vista musicale che commerciale. Gli Shining Blade, che fino a quel momento avevano suonato speed metal, si avvicinarono all'heavy metal americano, tipo i Riot e Van Halen, e all'AOR dei Journey. Questo mix di sonorità, tra loro diverse, è racchiuso nei dieci brani di questo album di metal italiano!

Il quintetto dimostra di aver appreso alla lettera le lezioni dei mostri sacri del metal ottantiano, sia per quanto riguarda la tecnica strumentale che per la capacità compositiva. Si passa da brani più catchy e melodici come la titletrack e "Freakish Footsteps", a pezzi più veloci come "On The Battlefield", "Winged Snake" e "Blood Birthday" a quelli più AOR come "Night Walking" e "Foolish Day".

Ora passiamo al cosidetto track by track. L'album è aperto da due strumentali: il primo,"Intro", è molto breve di durata, ovvero trenta secondi, ed è eseguito solamente dalla sommessa tastiera. Nel secondo, "140 RPH", a farla da padrone è la chitarra di Jimmi e Fabio, che si cimentano in assoli e virtuosismi molto articolati. Un pezzo che mi ricorda soprattutto "The Ides Of March" dei Maiden di "Killers". Dopo queste due piccole track strumentali si comincia veramente l'album con una delle più belle canzoni della band, cioè la celebre "On The Battlefield". La song inizia con il classico riffone heavy metal ottantiano per poi partire con la voce energica e squillante di Francesco, che dimostra di essere un validissimo cantante. Il refrain è molto evocativo, lineare e nello stesso tempo melodico e sorprendente. Un pezzo che mi ricorda molto i Judas Priest e gli Scorpions dei primi album. Una bella lezione di heavy metal!! Gli assoli sono veloci, tecnici ed eseguiti con caparbietà e bravura.

"Foolish Day" è introdotta da un bel lavoro melodico di chitarra e di tastiera, per poi dare spazio alla voce catchy e molto orecchiabile. Questa track è una delle più belle del disco, ovvero un brano tipicamente AOR metal che farà invidia a Journey e Loverboy. La sezione ritmica è ben eseguita dal quintetto, gli assoli sono sognanti come anche la voce di D'Elia, che assume un timbro più solare e lineare. Una canzone energica ma anche molto piacevole. "Blood Birthday" si appresta sugli schemi del classic metal americano, con riff pesanti e un ottimo assolo iniziale, tipo i Riot, e i successivi ritmi stoppati lasciano spazio alla voce potente del vocalist. La song è molto movimentata, con vari riferimenti ai Motley Crue, la ritmica è sfrenata e la chitarra si supera nei virtuosismi interessanti, che mi ricordano gli assoli di Van Halen. Sentire per credere!! La sesta traccia è "Freakish Footsteps", una bellissima AOR ballad dotata di una melodia e di una dolcezza sensazionale. La voce del cantante è ricca di phatos e viene supportata da un'altrettanto bel lavoro di tastiera e di chitarra. Questa emozionante ballada mantiene per tutta la durata la sua delicatezza e la sua melodia senza annoiare mai. La potrei definire come la "Open Arms" degli Shining Blade!

Anche la successiva "Tonight" è ricca di melodia, pure se possiede uno stampo più metal oriented, tipo i Cinderella. L'ottavo brano "Night Walking" ha una carica e una potenza incredibile, mantenedo l'album su inaspettati altissimi livelli. L'inizio è affidato ad un bel riff che poi sfocia nel possente e grintoso ritmo supportato dall'ottima tastiera. L'inizio è pieno di cambiamenti, arrichendo ancora di più la canzone di suspence. Grandissime sono le prestazioni del vocalist, che dimostra ancora la sua bellissima voce, e quella dei chitarristi che sfornano assoli in continuazione. La successiva "Winged Snake" è uno dei pezzi più famosi del gruppo e può essere definito come la track più veloce della band. La song si appresta sugli schemi tipici dello speed-heavy metal, con un'inizio fast e carico di potenza. La voce assume un timbro più rabbioso e selvaggio, raggiungendo picchi molto alti. Gli assoli di Jimmi e Fabio mi ricordano i Maiden dell'era "Powerslave" mentre sorprendente è la performance scoppiettante degli altri membri. "Winged Snake" incarna veramente lo spirito del metal "so fuckin' wild"! L'ultima traccia del disco è la titletrack, introdotta da un bella atmsofera, grazie alla tastiera e agli accordi e agli assoli malinconici di chitarra. Un pezzo che rassomiglia ai Vanadium di "Arms In The Air" e "Dont Be Looking Back". Una ballad suggestiva con il suo refrain orecchiabile e melodico, che riesce ad esprimere emozioni da tutti i pori.

Un lavoro davvero sorprendente ed inaspettato da un gruppo italiano della metà degli eighties, che purtroppo dopo "Touch The Night" non fece più niente. Comunque questa è un'altra testimonianza della grandiosità e della bellezza del metal italiano, che ancora oggi ha molto da dire.

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