Avviso preliminare. Questa recensione è una scommessa. Poi il fatto che la recensione in questione si occupi di un Ep vecchio di due anni complica ulteriormente le cose. Già. Perché la volontà di spendere qualche riga su questo quintetto londinese nasce prima di tutto come focus su realtà che restano marginali in ambito internazionale, vuoi per la loro poca produzione, vuoi per quel circuito, non ancora sufficiente, di hype che dovrebbe germinare dal basso. Eppure gli Still Corners, formazione avvolta da un alone di mistero (suona incredibile ma restano ancora sconosciuti i titolari all'anagrafe di questo progetto) qualche attenzione in patria l' hanno ricevuta, tanto da essere accostati a giganti come Broadcast e Beach House.

Il loro background è di quelli più originali. I riferimenti  spaziano dal 60's girly-pop alla psichedelica pop dei freak francesi, dalle colonne sonore dei film horror italiani anni '70 all'indie pop moderno. Qualche critico per tracciare un possibile paragone ha tirato in ballo il fantasma di una Rachel Goswell, storica voce degli Slowdive, e quello di Joe Meek, compositore d'avanguardia britannico. Certo con le dovute cautele del caso. Tenendo presente il fatto di trovarsi di fronte un gruppo che ha all'attivo solo un Ep e due singoli, l'ultimo datato 2010. In attesa dunque di una prova che ci dirà quali siano le loro reali potenzialità.  

Dalla sua "Remember Pepper" è una superba raccolta di sei pezzi, tutti immersi in un'aura ambigua e crepuscolare. "History of Love", sostenuta da echi di batterie e da morbidi arpeggi su cui volteggia una voce glaciale e fatata, ricorda da vicino i Jesus and Mary Chain e i più vicini Beach House. "Parallels", costruita attorno al giro armonico di un organetto in stile sixtiees, si aggira nelle lande spettrali di "Noise made by the People"dei Broadcast. "Fall Sparrows", frammento minimalista di un minuto, è polvere meteoritica caduta per caso ad Hyde Park. "Cremona" è a suo modo un omaggio all'horror italiano; Cremona vista come oasi dell'Ignoto che sibila etereo e sognante. Segue "Clockwork" coi suoi vortici sonori prog-rock e certe risonanze che fanno venire in mente gli Chandeen di "Teenage Poetry". L'Ep si chiude nel migliore dei modi possibili con "French Kiss", forse il pezzo migliore, sapiente mistura di ingredienti psych-pop e  dream-gaze, dominata da una cornice "gobliniana" sullo sfondo di una preziosa sezione ritmica.   

Se questa recensione potesse avere un titolo sarebbe il più ovvio: Grandi Speranze.

 

Still Corners "Remember Pepper" ( Ep, autoprodotto 2008)


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