“Agosto, guai a chi non ha la testa a posto!!!”. Così il vecchio adagio popolare. Che poi fosse solo la testa…
Spossatezza, muscoli fiacchi e quest'aria, che più che aria è flatulenza, rendono inutile qualsiasi cosa: mokaccino, gassosa al caffè, ghiacciolo fragola.
Vino poi non se ne parla, che un goccio appena manda la traspirazione in tilt…
Ecco allora che sogni l’elisir, il bibitone ghiacciato e zuccherino, sorta di light version del kubrikiano latte più. Tipo quello che doveva stare nelle bottiglie che si vedon vuote all’inizio del video di “The lovecats”.
Ma del video non voglio parlare. Che l’uso delle immagini mi fastidia. Mi ha sempre fastidiato.
La fantasia deve volare da sola e per farlo è sufficiente ben poco: la magia agrodolce e sbarazzina, la manciata di parole che riesci a tradurre (che se poi traduci solo lovecats va bene uguale), una foto o due su rockerilla col faccino/faccione di Robert Smith.
Ah, si, si i video, anche carini ( forse proprio perché carini) ci disturbano.
E comunque, tornando alla nostra sete, il pop è un’ottima bevanda...
E il barettino vicino all'Olimpo dove codesta bevanda vien servita l’ho scoperto grazie ai Cure e a questa canzone.
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“I think it’s impossible for anyone to hate this song”, così commenta sul tubo miss Tilda, dolcissima ragazza tutta sorriso, una dallo stile maestrina, fate conto...
O, se preferite, una ragazza della porta accanto...di quelle tipo cinema però.
E io, io pure una della porta accanto, anche se non tipo cinema…E io, io pure una della porta accanto, e forse (forse forse forse) proprio quella accanto alla sua, concordo, concordo assolutamente.
Che, mi si perdoni l’ovvietà, questa è una di quelle canzoni che, se sei grande, ti fanno diventare piccolo.
Poi, ovvio (ovvio due), nessuno è grande.
Ma, soprattutto non lo sei se ascolti sole cose “alte” (rock ultradecadente, martelli pneumatici, scoreggine avantgarde)
E anche esser maschio non aiuta…Che i maschi o son stupidi o son disperati (ovviamente tranne te, maschio debasico che mi stai leggendo).
Io Tilda me la immagino come Stefania, una che l’altro giorno si è fermata un’ora a chiacchierare con la sarta cinese, solo perché le piaceva vederla cucire…
Tilda e Stefania son due creature un terzo nuvola…
E anche questa canzone è un terzo nuvola. Ma è soprattutto la canzone che mi rese evidente (nel lontano 1983) che senza il pop non si può stare.
Son buoni tutti a complicarsi la vita, son buoni tutti ad aggiungere lo strano allo strano perché venga più strano. Ma far della stranezza una cosa da niente, far della stranezza un gas leggero ci riescono in pochi. E quei pochi dio li benedica…
Datemi delle canzoncine, cazzo…
Che se poi volete una recensione, la frego al miki, uno dei più attenti e appassionati curiani curisti del debasio.
La recensione fa così: "basso che si attacca in testa, vocalizzo catchy, arrangiamento fine, sentimento agrodolce. Non è Close to me, ma è la formula Cure e vince sempre"
Ottimo miki, anche, e soprattutto, per quel catchy...
Ps ( a scanso di equivoci: io amo moltissimo il rock ultradecadente, i martelli pneumatici, le scoreggine avantgarde)...
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