Il canto del cigno
Non so se sia vera o meno la credenza secondo cui il Cygnus Olor, o cigno muto, canta solo prima di morire, ma l'idea di compiere qualcosa di bello prima di scomparire per sempre è decisamente affascinante. Sa di testamento, per chi saprà e vorrà conoscere quello che venne prima. Ed è anche una narcisistica vendetta, soprattutto nello specifico campo dei gruppi musicali ignorati dai più.
A mettere la parola fine alla carriera dei Gris Gris è un selvaggio disco live (come storiografia del rock "altro" insegna, qualcuno ha detto Metallic KO?), registrato nel 2008 a Oakland, a ben tre anni dall'ultimo disco. Per chi se li fosse lasciati scappare, in verità facile in questi anni di ascolti random, i Gris Gris sono la creatura principale di tal Greg Ashley, texano di Austin, e sono stati (forse) la migliore reincarnazione in musica e spirito della scena psichedelica texana di fine '60. Santino di Roky Erickson, Mayo Thompson e del rooster International Artists sul comodino, ma anche devianze creole e swamp blues, tra Dr John (da cui il nome del gruppo) e Screamin' Jay Hawkins. Senza scordarsi gli svolazzi interstellari del primo Barrett.
Insomma un'idea al contempo roots e aperta della psichedelia, percepibile soprattutto nel primo omonimo disco, percorso com'era da scorie rumoriste e sax che puzzavano di voodoo. Più canonicamente acido il secondo, For The Season, il cui primo lato, organizzato come un unicuum musicale, viene riproposto pari pari in questo live. Sei tracce che al di fuori dello studio prendono a deragliare dai consueti binari, fra inni stonati a Gesù ("Down With Jesus"), murder ballads messicane ("Cuerpos Haran Amor Extrano"), per finire nell'aperta campagna free noise di una superba versione di "Year Zero". Il secondo lato mostra l'anima folk di Greg (già titolare di due ottimi dischi solisti), fra la dichiarazione d'amore sballata di "Mary # 38" e le spirali oppiacee di "Skin Mass Cat". E poi il miglior tributo possibile ai 13th Floor Elevators, ossia "Everytime", sulfurea e tenebrosa come non mai.
Non resta che salutare anche a noi, magari sulle note convulse della finale "Best Regards", e sperare che la parabola dei Gris Gris venga narrata ancora da qualche sballato profeta.
Nei secoli dei secoli.
Amen.
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