§ 5. La tensione e la visione d’insieme
La quadratura del cerchio, l’anelito di render pari ciò che per forza di cose è dispari: questa l’inafferrabile apertura e tensione delle partiture bachiane. Se il Preludio traccia questo cerchio, un cerchio sempre nuovo e mosso da sempre nuova vertiginosità, è nella rincorsa all’infinitesimo che la Fuga viene a costituirsi, vivendo di questa inesauribile dinamica verso l’impossibile.
Tra il momento statico del Preludio e quello dinamico della Fuga, nel precario equilibrio tra i due, vive d’una tensione sua propria la musica, barocca e dal cenno chiaroscurale, di Bach.
Il complesso di dinamismi, di rincorse ricorsive ed irresolute, se ascoltato nel suo accidentato ed esaustivo percorso, ci appare così ad un tempo come un vuoto formicolare ed un plenario girovagare.
Come un gioco, variopinto e cangiante ma pur sempre finito, di vite fatte per disfarsi ancora ed ancora.
Come l’inconcludente ed aperto dispiegarsi dinamico d’ogni possibilità sonora e d’ogni modus vivendi.
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