§ 7. Wunderkammer
Ascoltate in silenzio il Clavicembalo ben temperato, che nei progetti di Bach doveva essere null’altro che un manualetto pratico ad uso dei giovani per impratichirsi nel suonare il clavicembalo. Avrete la sensazione da capogiro di sfogliare un infinito erbario, di rivivere la propria vita all’indietro, di perdervi in un labirinto di forme o di entrare in punta di piedi in una Wunderkammer in penombra: accanto a simboli sbiaditi e fragili nenie, ad oggetti che hanno assorbito ed assecondato la vita di qualcun’altro, a ghiribizzi antici ed alteri, a fiori di vetro, a monili abbandonati e dormienti, a volti di legno ciechi ed impolverati, vi sono (foglie secche del nostro scontento) cose che dimenticammo e che, solo per un attimo, ci conobbero.
Come invisibili trame, somiglianze recondite che mai nessuno conobbe, il dispiegarsi variopinto d’una melodia a due voci può forse suggerire un pomeriggio, o l’eco d’un pomeriggio fantasticato, o forse soltanto la scheggia consunta di chi? Non lo so più.
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