Questo non è un libro sugli ebrei anche se si parla di ebrei.

Questo non è un libro sulla guerra anche se si parla di guerra.

Questo non è un libro sull'università anche se si parla di università.

Questo non è un libro sul sesso anche se si parla di sesso.

Questo non è un libro sulla famiglia anche se si parla di famiglia.

Questo non è un libro sullo sport anche se si parla di sport.

Questo a mio avviso è un libro sull'autodeterminazione...

Questo è il quarto libro di Philip Milton Roth che leggo da quando se n'è andato per sempre dalla nostra valle di lacrime (a fine maggio di quest'anno r.i.p.), ma è anche il suo 22° nonché terzultimo romanzo scritto prima di deporre definitivamente la penna mi pare nel 2012.

I temi sono ricorrenti ho notato, e cioè il rapporto che gli americani hanno con la famiglia,

con il sesso,

con la guerra,

con il lavoro,

con lo sport,

con l'istruzione ecc. il tutto visto sotto una lente diciamo “ebraica” e non potrebbe essere diversamente visti i suoi natali.

Le parole chiave di questo romanzo sembrano esser tre: macellaio, pompino e Corea, ma secondo me sono due e cioè: amore per se stessi e voglia d'indipendenza dalle costrizioni costi quel che costi.

La trama si può condensare (senza timore di spoilerare nulla di significativo) in poche parole e cioè: in prima persona un morto o quasi ci narra com'è arrivato ad esser tale prima ancora di aver compiuto il suo diciannovesimo anno, facendoci percorrere un tragitto nella prima metà del secolo scorso in un'America puritana e conformista che poco spazio lascia a chi vuol prendersi delle libertà da dogmi prefissati a meno che non si sia disposti a pagare di persona come farà il nostro “eroe”.

Philip Roth riesce a coinvolgermi con il suo essere intrigante trasportandomi un'altra volta in quella realtà “americanyddish” che ancora non ha terminato d'esistere e forse mai terminerà...

E ça va sans dire che ho già iniziato un'altro dei suoi romanzi anzi l'ultimo, “Nemesis” e poi mi leggerò anche l'altra ventina di libri suoi che son riuscito a scaricarmi nel mio piccolo grande Kindle e niente anzi no, se mi dice bene recensirò anche quello...

anzi no n°2, è uscito in Italia ma solo nel 2017 il film omonimo diretto da James Allan Schamus al suo esordio come regista ma già collaboratore di Ang Lee, io non l'ho visto ma non mi dispiacerebbe...


  • Falloppio
    31 lug 18
    Recensione: Opera:
    Ottimo Stanley. Mi piace leggere chi legge...
  • lector
    31 lug 18
    Recensione: Opera:
    Sembra bello
  • musicanidi
    1 ago 18
    Recensione: Opera:
    M'indigni
  • CosmicJocker
    1 ago 18
    Recensione: Opera:
    Pollice in su Stan..
  • macaco
    1 ago 18
    Recensione: Opera:
    Bravo. Che palle peró la cultura nord americana.
    • Stanlio
      1 ago 18
      sì in effetti se ne fai indigestione ma presa a piccole dosi non è malaccio
  • Cialtronius
    1 ago 18
    Recensione: Opera:
    .
  • dsalva
    1 ago 18
    Recensione: Opera:
    devo proprio trovarmi qualcosa da leggere...
  • imasoulman
    2 ago 18
    Recensione: Opera:
    eccomi...sono sempre in arretrato, con l'home page del DeB, con Philip Roth, con la vita...poi, ogni tanto, per fortuna, recupero. Iniziando da questa rece (me ne avevano parlato maluccio di questo, dicevano di 'rigovernatura di piatti' da lui già abbondantemente cucinati in carriera...mi stimoli a non fidarmi)
  • Marin
    2 ago 18
    Recensione: Opera:
    Ue, ma si turnat re ferie?
    • Stanlio
      2 ago 18
      In arabo (𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑚𝑎𝑟𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖𝑛𝑜): ! لا
      Si pronuncia: 𝐋𝐚 !
      In italiano (𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑛𝑎𝑝𝑜𝑙𝑒𝑡𝑎𝑛𝑜) vien tradotto: 𝐍𝐨 !
    • Marin
      3 ago 18
      Ua ancor? Uammama e chi sij Paperon de Paperoni?
    • Stanlio
      3 ago 18
      Pchè n'ze pò?
    • Marin
      3 ago 18
      Chiu e na vacanza par ch t si trasferit in mod permanent.
    • Stanlio
      3 ago 18
      Mo c mo facit present quasquas c facc' nu penzierine n'copp...
    • Marin
      3 ago 18
      E fai buon, probabilment o facc pur ij ropp a laurea, ch ca l'Italia sta facenn a fin e crick e crock.
    • Stanlio
      3 ago 18
      marò ntant t facc' n'anticip o' megl' "n cul a la balen" ca se può fà e rop t ric ca megl' e l'Italiam nun ce sta gnent e gnent capisciammè oi Marin'
    • Stanlio
      3 ago 18
      marò ntant t facc' n'anticip o' megl' "n cul a la balen" ca se può fà e rop t ric ca megl' e l'Italiam nun ce sta gnent e gnent capisciammè oi Marin'
    • Marin
      5 ago 18
      "ca se può fà e rop" me scusa' ma nun riesc a capi buon sta part ma puo scrivr in dialett fiorentin?
    • Stanlio
      5 ago 18
      Mo nun te rev allargà truopp pchè t'aggie rat confdenz, chi lo sfaccimm e florentì nun lo spiccic' ma to puoz ri n venexian: te go fato i mejo auguri de ndar "in cueo a ea baena" che se pol far... ecche qua mo t'si capit' o no? Ma ch'cazz studiat'affà rint a scuola si poi nun capito ma mazza?
  • 666cosasei
    8 set 18
    Recensione: Opera:
    Anzi no n°3 che poi sono i temi ricorrenti di tutti gli americani che parlano dell'america, anche quando lo fanno in chiave autoironica, riflessiva o autocritica
    • 666cosasei
      8 set 18
      o di tutti gli americani che parlano degli americani

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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