Prima che i Pink Floyd dedicassero il famoso album al loro diamante pazzo, i Poco avevano già fatto qualcosa di simile per un altro, grande, pazzo del rock: Gram Parsons.

Parsons è stato uno dei padri fondatori del Country rock. La sua fugace militanza nei Byrds, e nei Fliyng Burrito Brothers è stata fondamentale per la definizione del genere (che in seguito lui stesso cesellerà con gli album solo).

Ma Parsons ha anche incarnato, come pochi, la figura dell'artista maledetto che brucia la propria vita ed il proprio talento con eccessi di ogni tipo. Un talento riconosciuto da gente come U2, Elvis Costello e Norah Jones (per non parlare degli Stones).

Era il 19 Settembre 1973 quando un'overdose lo stroncò ponendo fine ad un'esistenza tormentata. Il "Cowboy Cosmico"aveva 27 anni e proprio qualche giorno prima era stato pubblicato "Crazy Eyes", l'album che i cinque Poco gli avevano dedicato.

"Crazy Eyes" è un buon disco. Collocato sostanzialmente nell'alveo tradizionale del Country Rock riesce ad essere convincente. E a donarci qualche perla inaspettata.

Così assieme a brani canonici come Let's Dance Tonight, Blue Water e Fools Gold (quest'ultima scritta da Cotton ma resa frizzante dalla steel guitar e dal banjo di Rusty Young) e a ballate come Here We Go Again e Magnolia (cover del brano di J.J. Cale) trovano posto anche pagine che elevano la qualità del disco 

Come Crazy Eyes, lunga suite che si snoda fra atmosfere country, pesanti orchestrazioni dal vago sapore psichedelico e intermezzi percussivi che galleggiano qua e là.

Insomma una scrittura insolitamente articolata per un album Country Rock (quasi Progressive) che esalta le doti compositive di Furay in evidente stato di grazia.

Il brano, cantato dallo stesso Furay, intreccia la leggenda di Corvo Rosso (un indiano Navaho che divenuto pazzo per la perdita della famiglia si uccide trasformandosi in aquila) con una delicata riflessione sull'amico, e finisce così per diventare un commosso omaggio postumo.

L'altra perla del disco è la cover di Brass Buttons, brano contenuto nel secondo album solo dello stesso Parsons, "Grievous Angel", pubblicato postumo nel 1974. La rilettura è davvero degna di nota. Il semplice impianto compositivo è arricchito di nuove sfumature, cosicché la nuova versione risulta più colorata dell'originale.

Purtroppo anche questo disco, come i precedenti, non sarà un successo commerciale, e forse anche per questo motivo Furay lascerà il gruppo. Con la sua dipartita i Poco si stabilizzeranno in un quartetto e vireranno decisamente verso un country rock più melodico e di successo.


  • madcat
    22 dic 12
    Recensione: Opera:
    amo i byrds, in quali dischi è presente lui? bella rece
    • Josif
      23 dic 12
      Se ami i Byrds dovresti saperlo. Sennò fai prima a dire che hai scaricato la loro discografia da internet e che avrai sentito giusto due canzoni.
  • woodstock
    22 dic 12
    Recensione: Opera:
    Se per lui intendi parsons, mi pare che suoni solo in sweetheart of the rodeo, primo disco dopo la international submarine band. Dopo andrà con i flying burrito.
  • Recensione: Opera:
    Adoro i Poco. "Crazy Eyes" (la canzone) non mi piace, ingoffita dall'arrangiamento pretenzioso. "Magnolia" molto molto, invece: è il capolavoro di quest'album. Un bene che Furay se ne sia andato, perchè ha consentito a Rusty Young di venire avanti come compositore principale del gruppo. E Young è musicista più brillante di Furay, non solo come strumentista (è un virtuoso di steel guitar e dobro).
  • proggen_ait94
    23 dic 12
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    Cinquecinquecinque per una rece su un genere che sembra essere stato del tutto dimenticato. Sono d'accordo con te sull'album, davvero bello, soprattutto perchè è uno di quei pochi album contry in cui l'influenza compositiva della scena europea si fa sentire (lo associo un pò a Desperado degli Eagles io)
  • Nico63
    23 dic 12
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    .
  • aries
    23 dic 12
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    Ottimo album, che contamina il country con il progressive. Un omaggio all'altezza di Gram Parsons.
  • white68
    24 dic 12
    Recensione: Opera:
    Grazie a tutti per la visita. @Proggen, in effetti il Country Rock viene trattato di rado su queste pagine. Forse viene sentito come un genere superato e poco eccitante (non abbastanza "rock" insomma). In realtà personaggi come Parsons e dischi come questo dimostrano il contrario. @Pier Paolo Farina anche io adoro i Poco del periodo post Furay (Seven, Cantamos e Head Over Hells).
    • Mio preferito è Cantamos. Ma anche gli altri du emi fecero andare fuori di testa, al loro tempo.
  • BARRACUDA BLUE
    24 dic 12
    Recensione: Opera:
    Bella la rece, li ho sempre preferiti ai ruffiani Eagles, peccato per la loro lunga trafila discografica con una serie di album notevoli ma quasi sempre di basso profilo nelle copie vendute. Il disco e' uno dei migliori.

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