CosmicJocker

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#estratti

"Così vicina alla morte, la mamma doveva sentirsi liberata e pronta a rivivere tutto. Nessuno, nessuno aveva il diritto di piangere su di lei. E anch'io mi sentivo pronto a rivivere tutto. Come se quella grande ira mi avesse purgato dal male, liberato dalla speranza, davanti a quella notte carica di segni e di stelle, mi aprivo per la prima volta alla dolce indifferenza del mondo. Nel trovarlo così simile a me, finalmente così fraterno, ho sentito che ero stato felice, e che lo ero ancora. Perché tutto sia consumato, perché io sia meno solo, mi resta da augurarmi che ci siano molti spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida d'odio".

Albert Camus, Lo Straniero
#estratti

Clitennestra [nella reggia, la scure in mano, dopo aver ucciso Agamennone]
Io pensavo da tempo a questo cozzo | d'antica lite; e pure tardi, è giunto. | Dove ho vibrato il colpo ora mi accampo. | È stata opera mia, né la rinnego, | che non si scrolli o scampi al suo destino. | Ho stesa, come a squalo, immensa rete | su di lui: il fasto lugubre d'un manto. | Io gli vibro due colpi e in due lamenti | lui s'accascia: gli assesto il terzo, a terra, | in grazia all'Ade, scampo dei defunti. | Agita così l'anima caduto | e soffiando uno sprazzo acre di sangue | m'investe d'una funebre rugiada, | che mi rallegra come la semente | granisce al nembo, che largisce Zeus.

Eschilo, Agamennone [Orestea]
#estratti

Sogna Tatiana un sogno portentoso.
Sogna: le sembra d'essersi avviata
tutta sola per un campo nevoso,
in una triste nebbia sprofondata;
ed ecco fra la neve, ribollente
d'onde e di schiume, cupo, un gran torrente
all'improvviso si vede di fronte,
non ancora gelato. Solo un ponte
di pertiche, marcito e vacillante,
incatenato dal ghiaccio, serviva
a passare dall'una all'altra riva,
attraverso quel vortice mugghiante.
Tatiana s'arrestò, lo sguardo fisso,
perplessa e spaventata, sull'abisso.

Puskin, Evgenij Onegin
#estratti

"Amare chi? In chi credere? Chi, solo, non ci tradirà? Chi sa misurare, calmo, ogni gesto, ogni parola, secondo il nostro metro? Chi non seminerà calunnie sul nostro conto? Chi, sollecito e amico, ci coprirà di carezze? Chi non penserà che i nostri vizi siano una gran sciagura? Che non ci annoierà mai? Vano cercatore di fantasmi, non affaticarti inutilmente: ama solo te stesso, mio stimabile lettore! Tu solo, per te, sei l'oggetto più degno di rispetto, nessun altro più amabile potrai mai trovare."

Puskin, "Evgenij Onegin"