Ingrandisci questa immagine

forse torno. Bastardi maledetti
Bobo Merenda

Mi sto riascoltando tutto Jannacci. Forse ne scriverò anche. Chissà.
7°, Daniele Silvestri
Non è l'artista, ma il titolo del suo debutto. E onestamente, nonostante sia acerbo, nonostante non tutti i brani siano memorabili, scorre molto bene: ci sono già delle enormi schegge di talento nella bellissima Voglia di gridare, ma anche ottimi pezzi lenti come Dove sei e L'uomo intero, e in mezzo Quanto è, un pezzo con sonorità blues a tratti interessante. Però, ciò che realmente fa spiccare questo album rispetto a tutti gli altri di Daniele Silvestri è il come questo progetto è impostato: essendo questo un primo disco, è molto più leggero rispetto ai successivi, è un album che nonostante ci siano pezzi bellissimi non si prende troppo sul serio, non vuole sviluppare canzoni con forti tematiche come farà soprattutto in S.C.O.T.C.H, questo debutto è un disco spensierato che comincia in segno dell'autoironia più totale in Idiota e che continuerà in altri brani come Datemi un benzinaio, Paolo e Il flamenco della doccia, brani che già marcano la cifra ironica del nostro ma che qui hanno ancora più spazio. Sarebbe disonesto però dire che il disco, nella sua integrità, sia sempre su questi livelli: molti brani qui sono ancora soltanto degli abbozzi neanche così penetranti come Non sono stato io, Mi fido poco, Amarsi cantando e Portami via, tutti brani che nell'economia del disco non aggiungono e non sottraggono, rimangono lì per aggiungere grasso alla tracklist, niente di grave ma che purtroppo è presente. Nel complesso, questo è un disco difettoso in molti aspetti, soprattutto a livello di scrittura dei brani, ancora molto acerba e poco incisiva, però nel disco ci sono almeno 4/5 pezzi che vanno ricordati e un altro paio che sono gradevole, il tutto in un disco che nonostante i brani minori vola via che è una bellezza e 40 minuti e passa sembrano 20 minuti.

Il voto pignolo: 8-

La gemma:
Daniele Silvestri - Voglia Di Gridare (videoclip)
8°, S.C.O.T.C.H
Ebbene, questa è la più grande sorpresa del riascolto di tutti i dischi del Silvestri: quello che ho reputato l'album più medio di tutti, ad un riascolto è diventato un buonissimo album. Il motivo è molto semplice: a differenza di altri album di Silvestri che raggiungono i 60 minuti di durata o giù di lì (Acrobati, Il latitante), questo risulta più godibile ad un ascolto sommario di tutte le tracce. Questo non rende S.C.O.T.C.H un lavoro eccezionale, tutt'altro, nonostante nel complesso si lasci ascoltare c'è ancora un difetto portato appresso dal precedente, ovvero i brani poco memorabili, che sono pochi rispetto al Latitante (Cos'è sta storia qua, La chatta, In un'ora soltanto, Lo scotch) ma che sono comunque una discreta parte di disco. Un altro difetto è il fatto che anche i brani più riusciti non siano eccelsi come altri, Sig. Dapatas nella sua fallacità aveva metà dei brani che erano oro, qui invece è...incenso, o al limite mirra: Sornione è bella ma niente di sconvolgente, Fifty fifty è orecchiabile ma anche qui poco da cui rimanere sorpresi, Acqua stagnante e Acqua che scorre sono due ottime ballate ma non vanno così sottopelle come altre ballate del nostro, Io non mi sento italiano è una bella cover ma qui il genio è di Gaber nonostante Silvestri c'abbia messo il suo, Precario è il mondo funziona ma il testo non è pungente e profondo come dovrebbe essere, e la stessa cosa vale per Monito(r). Ciò che rimane di S.C.O.T.C.H, alla fine, resteranno il prologo e l'epilogo spogli di ogni abbellimento, solo voce e pianoforte (Le navi e Questo paese), la leggera eppure così amaramente rassegnata Ma che discorsi e la fantastica L'appello, brano con protagonista il fratello di Borsellino che cerca chiarezza sull'omicidio. Questo disco è l'opposto di Sig. Dapatas: non tutti i pezzi sono preziosi, ma inseriti nel meccanismo del disco tutto fila come dovrebbe, e tanto basta per ritenerlo un lavoro discreto del buon Silvestri che si porta a casa la promozione con dignità

Il voto pignolo: 7
La gemma:
L'appello
9°, Sig. Dapatas
Per quanto mi riguarda, Sig. Dapatas è sempre stata un'anomalia nella discografia di Silvestri: è un album che ha dei picchi altissimi e qualche tonfo mal posizionato che rende l'ascolto complessivo del disco altalenante; non solo, è anche un album che rimane per tutto il tempo dilaniato tra brani impegnati e brani leggeri e ciò viene enfatizzato questa dalla tracklist (Insieme, brano che parla di rapporti umani in maniera mesta e disillusa, viene immediatamente dopo Amore mio, un brano scanzonato che avete capito già di cosa parla...d'amore). E' un album che prova a replicare stilisticamente Il dado, visto che anche quell'album era un continuo mutamento di generi e stili, ma Sig. Dapatas perde quell'alchimia perché troppo pensato, troppo calibrato, non c'è l'anarchia che aveva il suo predecessore, rimane per tutto il tempo in stallo cercando di portare a casa una versione più rifinita di quell'album, e si percepisce molto in brani come Insieme o Sto benissimo. Il disco quindi è da buttare? Per nulla, anzi, molti brani sono ottimi: Aria è un bellissimo brano che descrive la vita nelle carceri in maniera intensa, Pozzo dei desideri è scanzonato nella descrizione della ludopatia e si lascia ascoltare nonostante il tema, Insieme ha un testo riuscitissimo che riesce ad essere potente ma a lasciarti amareggiato, Desaparecido è un classico brano sul tema della guerra ma per niente banale e che riesce ad essere in qualche modo fruibile da tutti; e poi, c'è un duo assai particolare che testimonia la condizione in cui mi lascia questo disco, perché questo duo consiste nel mio brano preferito di tutta la produzione di Silvestri e dell'unico brano che mi fa ribrezzo: Sono io, una fantastica chiusura che personalmente mi è rimasta dentro, e Tu non torni mai, una canzonetta da due soldi con testo e musica poco interessanti e una durata che la fa sembrare più una tortura cinese che una canzonaccia d'amore. Questo è Sig. Dapatas, un album a tratti fallace ma a tratti riuscitissimo, che prova ad essere una macedonia composta da vari ingredienti come lo era Il dado ed invece ciò che è venuto fuori è una torta sicuramente buona ma che non ha ben chiaro quale sia l'ingrediente che le dà sapore

Il voto pignolo: 7
La gemma:
Sono Io
Visto che mi sono riascoltato tutta la discografia di Silvestri in attesa del nuovo album, perché non fare una cosa ai vecchi tempi e fare la classifica del menga spezzata in vari ascolti? Giusto per divertimento e perché non c'ho il tempo di scrivere in maniera approfondita sul nuovo disco. Via i preamboli, si cominci la classifica:

10°, Il latitante
Niente è cambiato, rimane il suo disco più debole, per un semplice fatto: è il suo disco più dimenticabile. Ha qualche pezzo che funziona, anzi, molti pezzi funzionano: Mi persi è un ottimo inizio tra un passo jazzato e un testo "esistenzialista", La paranza nella sua facilità è interessante per il suo testo pregno di significato a più livelli, Sulle rive dell'Arrone è il brano più maturo di Silvestri fino a quel momento, Gino e l'alfetta è anch'esso facilone ma per nulla scontato, A me ricordi il mare è a suo modo particolare come brano estivo. Questi brani sono chicchi d'oro che risplendono nel fondo di un disco che è in realtà un fiume nero come la pece, che non è né petronio né liquame, non è prezioso e non rimane addosso, è solo acqua sporca. Ci sono brani simpatici e ben realizzati come Faccia di velluto, Il suo nome, Prima era prima, ma non hanno forza, aggiungono alla tracklist ma non all'ascolto. E poi, c'è Che bella faccia, che trascende l'essere dimenticabile e diventa quasi irritante ad ogni riascolto del disco, una presa per il culo a Berlusconi (non-pace all'anima sua) che non ha mordente e si riduce ad una filastrocca senza capo né coda. Il latitante è ben arrangiato come tutti gli album di Silvestri, ma è quello dove le idee sono poche e la maggior parte di queste non sono nemmeno sviluppate al massimo del loro potenziale. Considerando che sono trascorsi 5 anni tra questo e il precedente, lascia l'amaro in bocca sapere che tutte quelle energie sono state spese per qualcosa di sorprendentemente sottotono.

Il voto pignolo: 4 ½

Il brano da ricordare:
Daniele Silvestri - Mi Persi
Intro X

Volevo chiudere l'account...ma ora mi pento ampiamente di questa scelta. Forse ho ancora dei motivi per tenerlo in vita...o forse no. Ma poco importa in realtà, non so più dove andare a parare su questo sito ma non vuol dire che non trovi più niente di cui parlare. Mi butto verso l'ignoto e vedo come va a finire
Ingrandisci questa immagine

COSA-
Baustelle – Gran Brianza lapdance asso di cuori stripping club (Official Audio)

Boia i Baustelle. Il disco è...piacevole. Niente di impressionante, ma discreto, solo penso che a differenza di altri lavori di questo gruppo, ascolterò solo un paio di pezzi sparsi invece che tutto il lavoro
Ingrandisci questa immagine
Ormai gli Oscar sono spaventosamente vicini, quindi ecco a' grassifica sui film nominati a Miglior film
Splash
Il brano peggiore di tutto Sanremo: musicalmente fresco, un ritornello che non fa venire il latte ai coglioni dopo 2 ascolti, un testo su cui ci si possono ricavare molti temi senza ricalcare troppo la mano. Però è una merda perché è un brano che se non usi un po' il cervello non lo ascolti al meglio, e quindi non vincerà mai e per questo è una merda.
Ingrandisci questa immagine

Dopo questa credo andrò col pensionamento. Risintonizzatevi per
futuri aggiornamenti
Al di fuori dell'amore
Aspettatevi una recensione nei prossimi giorni, ho un paio di cose da dire
Ingrandisci questa immagine
Bonjour