1991.
Appuntamento con la storia.
Bono Vox, avvolto da capo a piedi dentro aderenti panni neri in pelle, occhiali da sole alla "The Fly", attraversa uno stretto corridoio per consegnare nelle mani di Daniel Lanois l'ultima creazione degli U2, "Achtung Baby".
Lanois lascia che sia Brian Eno, comodamente seduto su una poltrona di pelle, fumando l'ultima sigaretta della giornata ad aprire la custodia contenente il disco e a metterlo nel lettore...
Non credo sia andata proprio così ma a me piace pensare che siano stati solo in tre a godere prima che tutto il resto del mondo potesse ascoltare un così grande concentrato di bella musica.
Registrato tra Berlino e Dublino, proprio per carpire il grado di emozioni che un popolo stava vivendo dopo la caduta di un muro maledetto, che aveva diviso tanto le loro madri dai figli quanto le loro speranze dalla realtà.
Se è parecchio che non ascoltate questo disco mettetelo nel lettore, magari sparando ad alto volume "Tryin' To Throw Your Arms Around The World" dove "A woman needs a man like a fish needs a bicycle..." e cercate di ripensare a che cavolo facevate voi nel 1991.
La musica di quest'opera è senza tempo: mentre il Grunge si faceva strada cominciando a sgomitare piano piano, mentre qualche gruppo continuava ancora a cotonarsi i capelli cercando di autoconvincersi che le sonorità anni '80 l'avrebbero detta lunga per ancora un bel pezzo, spunta un avvertimento.
Attenzione! Le cose stanno cambiando, "I'm only hangin' on to watch you go down…my love".
Non credo che sia produttivo stare a descrivere ogni canzone: Rock fatto con i controca**i; ecco solo questo si può dire.
Forse rimane l'ultimo disco degli U2 ad avere un'anima: non troppo preso dalle regole del mercato, dalla grandezza dei tour e dalla mancanza di idee che si riscontra ultimamente in alcune delle loro ultime opere.
Abbiamo solo un vero amore una sola vera vita, cerchiamo di viverla al meglio ("One").
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