L'Apprendista è, infatti, opera di più ampio respiro e di più marcata (ed ispirata) matrice progressive rispetto ai suoi predecessori.

 Una nota di merito per l'originalità del cantato 'corale' che, pur non eccellendo in qualità, restituisce una certa personalità al gruppo.

L'Apprendista degli Stormy Six rappresenta un punto di svolta nel progressive italiano, con arrangiamenti barocchi e un sound più ampio rispetto alle opere precedenti. Il gruppo, attivo per quasi vent'anni, emerge con un album omogeneo e ispirato che supera i confini della sola matrice politica, offrendo brani ricchi di originalità e dettagli sonori. Il cantato corale conferisce identità al disco, che si distingue per la qualità e l'innovazione nella scena musicale italiana degli anni '70. Scopri l'iconico album progressive italiano che ha segnato gli anni '70!

 "Dondestan è una creatura che si snocciola attraverso un corposo e ben focalizzato spettro di frequenze."

 "Un respiro caldo come i pensieri che accompagnano un vero guerriero durante il suo viaggio sulla Terra."

La recensione esalta Dondestan come uno dei vertici della carriera solista di Robert Wyatt, definendolo un album dal carattere spettrale e jazzistico, con testi intensi e un sound essenziale ma denso. Vengono sottolineati gli influssi sociali e politici che permeano i brani, la struttura ipnotica e il rapporto con la tradizione prog e Canterbury. L'autore considera Dondestan un viaggio musicale e spirituale, ricco di atmosfere rarefatte e profonde. Scopri il viaggio musicale e poetico di Robert Wyatt con Dondestan!

 "Il mio ferro da stiro per un bicchiere di vodka!"

 "Madre Russia, ti ho dato un marito e ora anche l’unico mio figlio. Ho poche lacrime da sfruttare prima che la lama dello zar spezzi la mia povera vita."

La recensione di 'Mat' di Pudovkin restituisce un ritratto intenso e toccante della Russia del 1905, evidenziando la lotta di un operaio alcolizzato per la libertà. Attraverso immagini potenti e una narrazione coinvolgente, emerge il sacrificio personale in funzione della rivoluzione contro il regime zarista. Un film che apre una finestra profonda sulle radici sociali e politiche del conflitto. Scopri la potenza e il dramma di 'Mat', un capolavoro del cinema rivoluzionario!

 I Crisis sono, alla fine della fiera, una band non fondamentale, ma onesta, giustamente dimenticata ma nemmeno da biasimare e vituperare.

 Holocaust Hymns potrà fare la gioia di chiunque ami il punk più diretto e belligerante senza pretendere troppo.

La recensione analizza Holocaust Hymns, raccolta completa della breve carriera punk dei Crisis, evidenziandone la genuinità old-school e il ruolo di precursori di Douglas Pearce e Tony Wakeford. Pur senza innovazioni, il disco offre un punk diretto e vivo, con testi ideologicamente impegnati. La qualità sonora varia nel tempo ma resta interessante per gli appassionati del genere. L'opera è vista come testimonianza onesta, seppur non imprescindibile. Scopri la genesi del punk britannico con Holocaust Hymns dei Crisis!

 "Non meritavano di essere sbattuti in fretta e furia nel dimenticatoio (il solito, conformistico e stronzo dimenticatoio)."

 "'The Klan' è l’apoteosi dell’emotività dark applicata a temi di scottante attualità. Da lacrime!"

La recensione ribadisce l'importanza dell'album 'Westworld' dei Theatre Of Hate come pietra miliare del post-punk anni '80. Pur non essendo rivoluzionario, il disco mantiene freschezza e fascino. La band, legata a ideali marxisti e protesta sociale, si distingue per atmosfere crepuscolari e composizioni emozionanti. Brani come 'Westworld', 'Conquistador' e 'The Klan' sono evocati come esempi memorabili di questo impatto artistico. Scopri l'epicità oscura di Westworld, un classico post-punk da riscoprire ora!

 «Un'opera di transizione che da sempre suscita forti contrasti tra i fans.»

 «Con un minimo d’attenzione risulta evidente come gli Henry Cow abbiano confezionato un ottimo esempio di avant-progressive spinto al limite dello sperimentalismo.»

La recensione si concentra su 'Unrest', album del 1974 degli Henry Cow, punto di svolta nella loro trilogia di lavori innovativi e spinti verso il limite della sperimentazione avant-prog. Nonostante la divisione tra i fan, l'autore difende l'opera come un esempio pionieristico di musica d'avanguardia che unisce improvvisazione e dettagli compositivi, grazie anche al contributo fondamentale della giovane fagottista Lindsay Cooper che segnò un cambio stilistico. Il disco presenta due anime: un lato più strutturato e un lato B caratterizzato da improvvisazioni e manipolazioni sonore estreme, offrendo così un viaggio musicale oscuro e complesso. Scopri l'avanguardia sonora di Henry Cow e lasciati sorprendere da Unrest!

 "Non si sa dove stare è probabilmente uno dei pezzi migliori del loro repertorio, musica e testo viaggiano insieme a comunicano immediatamente la nuova alienazione."

 "Un grande Album che non assomiglia a niente altro pubblicato nel nostro paese. Un capolavoro da riscoprire."

La recensione celebra 'Al Volo', l'ultimo album degli Stormy Six, come un capolavoro della musica italiana che fonde sperimentazione e testi profondi. Il gruppo milanese, noto per il suo impegno politico e innovativo, offre un disco unico nel panorama nazionale, caratterizzato da atmosfere aliene e tematiche di alienazione e solitudine degli anni Ottanta. Il lavoro è definito impegnativo ma estremamente appagante, con canzoni che necessitano più ascolti per essere pienamente comprese. Ascolta 'Al Volo' degli Stormy Six e riscopri un capolavoro unico della scena italiana.

 Oggi cancellerò anche Dio! Troppo facile: non c'è; cancella un tuo capello bianco!

 Manfredi, con l’aiuto di Gianco, è maestro nel rivestire di melodie accattivanti i suoi testi.

L'album di Gianfranco Manfredi del 1981 fotografa il riflusso sociale e politico degli anni '80 con ironia, intelligenza e melodie coinvolgenti. I testi trattano il cambio radicale di valori e l'allontanamento dalla lotta politica verso un intimo ritorno a sé stessi. La musica è ben arrangiata, mai noiosa, confermando la creatività e incisività dell'artista. Un lavoro significativo e affascinante nel panorama musicale italiano di quegli anni. Ascolta l'album 1981 di Gianfranco Manfredi per scoprire una musica italiana profonda e originale.

 È possibile analizzare razionalmente la follia: è un gioco da ragazzi.

 Wyatt è riuscito a razionalizzare la follia esprimendola in chiave 'manieristicamente' dadaista.

La recensione esplora in profondità 'The End of an Ear', il primo album solista di Robert Wyatt, quale espressione musicale della follia e della parte irrazionale dell'uomo. Il disco, influenzato dal free-jazz e dal rock psichedelico, utilizza il dadaismo per descrivere un caos sonoro ben strutturato. Pur essendo difficile e poco accessibile, l'opera si rivela un esperimento sonoro innovativo che celebra il disordine ‘ordinato’. È una prova della maestria di Wyatt nel razionalizzare l’irrazionalità. Scopri il capolavoro sperimentale di Robert Wyatt e immergiti nel caos musicale della mente umana!

 Robert si rialza in piedi, non più per camminare, ma per volare, libero e sereno, oltre le nuvole del pensiero.

 La realtà è sempre stata più imprevedibile e bizzarra di ogni immaginazione.

La recensione celebra Robert Wyatt e il suo album 'Ruth Is Stranger Than Richard' come un capolavoro nato da una grande sofferenza personale e da una mente ispirata e libera. Nonostante le difficoltà legate alla disabilità e ai pregiudizi mediatici, Wyatt ha creato un lavoro unico che unisce blues, jazz e world music. L'album si divide in due facce molto diverse tra loro, evidenziando la sperimentazione e la profondità artistica dell'artista. È una celebrazione della libertà creativa e della forza interiore. Ascolta ora 'Ruth Is Stranger Than Richard' e scopri il genio di Robert Wyatt.

 «Slow Walkin’Talk», registrata nel ‘68 durante la tournèe dei Soft Machine negli USA come spalla di Jimi Hendrix.

 «The Wind Of Changes» ci avvolge di allegria e speranza per un mondo migliore.

La recensione guida il lettore in un percorso lineare, quasi museale, attraverso l'album Flotsam Jetsam di Robert Wyatt. Vengono analizzate le tracce più significative e le collaborazioni con artisti come Jimi Hendrix e Gary Windo. Il commento sottolinea la cura del curatore Mike King e l'atmosfera eterogenea e sperimentale delle composizioni, confermando l'importanza storica e artistica del lavoro. Immergiti nell'universo musicale unico di Robert Wyatt con Flotsam Jetsam!

 Gli Stormy Six non sono mai stati al gioco di nessuno sia ideologicamente che musicalmente.

 Non ho trovato questo disco né retorico e né datato, vero è che molti testi appaiono oggi un po’ nostalgici, ma vivi, perché storici a testimonianza di vicende degli anni della guerra e quindi della resistenza.

La recensione analizza 'Un Concerto' degli Stormy Six, registrato dal vivo nel 1993 e pubblicato nel 1995, evidenziandone l'importanza storica e la fedeltà agli arrangiamenti originali. L'album unisce contenuti politici profondi con una musica che oscilla tra folk, rock progressivo e sperimentazione. Il disco mostra la capacità della band di rimanere autentica e innovativa, rifiutando compromessi ideologici e musicali. La recensione sottolinea il valore emozionale e culturale dell’opera, con testi vivi e coinvolgenti legati alla resistenza e ai temi sociali. Scopri l'energia autentica degli Stormy Six in questo imperdibile live storico!

 Questa grandiosa opera dello straordinario maestro sovietico... non fanno parte della storia del cinema, SONO, la storia del cinema.

 La scena della madre che rotola singhiozzando per la gradinata non ha eguali in bellezza e perfezione.

La recensione esalta Bronenosec Potemkin come il più grande film mai girato, sottolineando la sua struttura narrativa in cinque episodi, l'intensità emotiva delle scene e l'importanza storica. Si evidenzia la maestria di Ejzenstejn nell'uso del montaggio e delle immagini simboliche, specialmente nella celebre scena della scalinata di Odessa. Il film è definito pilastro fondamentale e irrinunciabile della storia del cinema. Scopri il capolavoro che ha cambiato il cinema: guarda Bronenosec Potemkin ora!

 Non basta cambiare nome e cognome, oppure la fotografia dal passaporto, per appropriarsi di una vita che non ci appartiene.

 Non siamo mai così poco liberi come quando tentiamo di recitare.

La recensione celebra Professione: Reporter di Michelangelo Antonioni come un capolavoro che esplora l'angoscia e la solitudine esistenziale del protagonista, interpretato da Jack Nicholson. Il film è un viaggio nel vuoto interiore e nell'impossibilità di assumersi una nuova identità. La regia, in particolare un lungo piano sequenza finale, è lodata per la sua audacia tecnica e poetica. Antonioni riflette sul senso del sé immerso in un mondo incomprensibile e distante. Scopri il capolavoro esistenziale di Antonioni e immergiti nel mistero di Professione: Reporter.

 E' un peccato che un film di tale spessore sia stato triturato per quasi quattro decenni.

 La tecnica è davvero magistrale, in alcuni punti anche meglio di geni come Kubrick, Welles, Murnau.

Soy Cuba è un film rivoluzionario girato negli anni '60, che racconta la complessa realtà cubana attraverso quattro episodi intensi e poetici. Iconico per la sua fotografia bianco e nero e riprese innovative, il film è stato riscoperto grazie all'interesse di registi come Scorsese. Una pellicola che combina impegno politico e poesia visiva, consigliata a chi ha una solida cultura cinematografica. Guarda Soy Cuba per scoprire un capolavoro nascosto e vivere la rivoluzione attraverso immagini indimenticabili.

 I personaggi restano prigionieri dei condizionamenti sociali, delle barriere imposte dal mondo esterno.

 Il pregio del film è dato dal movimento che sembra muovere questi personaggi, ma alla fine tutto ritorna a una situazione di fissità e immutevolezza.

Il film 'I Delfini' di Francesco Maselli offre un ritratto della piccola borghesia provinciale degli anni Sessanta, intrecciando storie di gioventù annoiata e intrappolata nelle rigide convenzioni sociali. Sebbene la regia e la fotografia in bianco e nero siano pregevoli, i personaggi risultano stereotipati e moralistici, limitando la profondità psicologica. Le atmosfere di staticità e noia dominano, sottolineate da una colonna sonora malinconica. L'opera riflette sulle difficoltà di evadere dagli schemi sociali e culturali, evocando analogie con altri grandi registi italiani. Scopri il ritratto amaro della borghesia anni '60 con 'I Delfini' di Maselli, un classico da vedere e riflettere.

 Aggressività rilasciata a piccole dosi (ma costanti) e strizzatine d’occhio alla pista da ballo (ma di un club alternativo).

 Doug McCarthy non canta, cioè non intona note, piuttosto declama, il suo è un parlato che si agita sullo sfondo elettronico.

Showtime, il terzo album dei Nitzer Ebb, propone un mix costante di aggressività vocale e percussioni elettroniche energiche, rappresentando un lavoro cardine nell’Electronic Body Music. Pur essendo essenziale e minimalista, l’album offre momenti degni di nota come "Lightning Man" e anticipa l’evoluzione di generi elettronici futuri. Il duo britannico ha lasciato un segno importante nella scena elettronica degli anni '80 e '90, pur non essendo un gruppo di primo piano. Scopri l’energia e la storia dell’EBM con Showtime dei Nitzer Ebb!

 A mio parere il capolavoro di questo disco è "Teenbeat Reprise" che presenta una batteria estremamente agile e una incredibile chitarra di Fred impegnata in un lungo assolo.

 La musica proposta comprende molti generi musicali e a tratti l'ascolto potrebbe risultare, per alcuni ascoltatori, leggermente angosciante e ostico.

Legend è il disco d'esordio degli Henry Cow, pubblicato nel 1973, noto per la sua sperimentazione e i numerosi generi musicali coinvolti. La recensione evidenzia la difficoltà di ascolto per alcuni brani molto improvvisati, ma apprezza anche momenti di grande bellezza e tecnica. Si sottolinea la qualità dei musicisti e la rilevanza storica del gruppo nella musica inglese d'avanguardia degli anni '70. Album consigliato a un pubblico di nicchia e appassionati di musica prog complessa. Scopri il capolavoro sperimentale degli Henry Cow ascoltando Legend!

 Gente che, pigliando per il culo niente meno che gli intoccabili Clash, cantava "Never Been In A Riot".

 "Beetroot", vale a dire: i Television sequestrati dalla loro polverosa dimora newyorkese e sballottati di colpo in un baraccio di provincia.

Questo debutto LP dei Mekons presenta un post-punk originale, ironico e impegnato, che fonde influenze da Wire, Fall e Gang Of Four. Il disco si caratterizza per un approccio caustico alla critica sociale senza cadere nello sloganismo. Caratterizzato da musicisti abili e tracce dal carattere variegato, l'album è un piccolo classico del rock sotterraneo britannico, capace di evocare stati d'animo e atmosfere autentiche con semplicità ed efficacia. Scopri l'ironia e il post-punk britannico con l'album cult dei Mekons!

 Amo alla follia la musica pop. Molti grandi compositori si ispirano al folk, io mi ispiro al pop.

 Nothing Can Stop Us può essere considerato un album positivo, che si lascia ascoltare piacevolmente senza strafare, ma anche senza passare inosservato.

Nothing Can Stop Us è una raccolta unica di Robert Wyatt che combina pop, jazz e folk con testi sociali intensi. L'album, pur fatto di b-sides e cover, mantiene una coesione notevole grazie a arrangiamenti creativi e una voce espressiva. Brani come Born Again Cretin e Strange Fruit spiccano per intensità e significato. L'opera riflette la complessità eclettica di Wyatt, offrendo un ascolto coinvolgente e mai banale. Ascolta ora Nothing Can Stop Us e immergiti nell'universo musicale unico di Robert Wyatt.