Musiche altre di mondi altri (sottotitolo: 'scolta un cretino)
David Fanshawe - "African Sanctus" "...e allora statevene fra di voi ad ascoltare gruppi peruviani con la cornamusa che se li ascoltano in 4 gatti e che non se li comprano neanche i loro parenti!" (cit.)
ECCOMI! PRESENTE! Io spocchioso saputello, frequentatore delle nicchie più maleodoranti e nascoste, che "io non farò mai parte di una maggioranza" come diceva quello in quel film...vi propongo di ascoltare alcune delle robe più impensabili che mi siano capitate tra le mani e le orecchie negli anni. Voi, date retta a un cretino, perdeteceli 5 minuti che ad ascoltare (leggere, guardare, mangiare, annusare...) sempre le stesse cose che già sai come sono, che non rischi, succede semplicemente che ti si atrofizza il cervello.
19) David Fanshawe
Storie che andrebbero raccontate, David Fanshawe. Quando ricevette la laurea honoris causa di Doctor of Music nessuno ricordò che i suoi studi erano stati interrotti a causa della dislessia che gli impediva di leggere uno spartito musicale e che, per questo, non era riuscito a raggiungere il titolo dicorista. Fu un'amica di famiglia (una baronessa francese...una vera storia d'altri tempi) a capire il talento del ragazzo, che studiava pianoforte da autodidatta, ed a decidere di istruirlo lei stessa spingendolo fino al Royal College of Music, dove studiò composizione con John Lambert e vinse una borsa di studio nel 1965. Ma, oltre alla passione per la Musica, David aveva un altro grande amore: i viaggi.
Prima ancora di terminare i suoi studi, David, raggiunse - in autostop - il Medio Oriente e, lì, si innamorò della musica araba. Continuò a viaggiare ed a registrare quei suoni e quelle musiche che, in Europa, conoscevano in pochissimi. Negli anni successivi David risalì il Nilo, attraversò Egitto, Sudan, Uganda e Kenya fino a raggiungere il Lago Vittoria, dopo circa 3 anni. Con sè aveva un piccolo registratore stereo con il quale invitava i musicisti locali a suonare per lui. Al suo ritorno in UK, nel '72, usò quelle centinaia di ore di registrazioni per comporre quello che divenne il suo lavoro più noto: "African Sanctus" che lui dedicò alla sua prima moglie Judith Croasdell e che gli diede fama e prestigio (almeno dalle sue parti...)
Ma il suo progetto più ambizioso fu quello di recuperare la musica e le tradizioni orali di Polinesia, Micronesia e Melanesia. Partì nel 1978 e viaggiò per oltre 10 anni raccogliendo migliaia di ore di registrazioni. L'opera doveva intitolarsi "Pacific Song" o qualcosa del genere ma, un ictus se lo portò via a soli 68 anni impedendogli di terminare quel lavoro.
Leggete bene:
1972! Ben prima che la World Music diventasse una moda. Il lavoro di Fanshawe non è solo in anticipo sui tempi è anche qualcosa di completamente diverso: un vero - e commovente - tentativo di "sincretismo" tra musiche e culture. Un'Opera di Musica Sacra che, attraverso la Musica, abbattesse gli steccati alla ricerca di quello Spirito che pervade il